La crisi civile e politica in Costa d'Avorio sta precipitando. Dopo le elezioni politiche del 28 novembre 2010, il cui risultato rimane conteso tra il presidente uscente Laurent Gbagbo e il neo-eletto Alassane Ouattara, la situazione del paese si è aggravata fino a provocare centinaia di migliaia di sfollati e un numero ancora imprecisato di vittime soprattutto civili. Gli scontri si registrano in tutto il paese, tra le Forze di Sicurezza e Difesa (FDS) fedeli a Gbagbo e le Forze Repubblicane, fedeli a Ouattara, che stanno attaccando duramente la capitale Abidjan, provocando anche numerose vittime tra i civili.

Dalle testimonianze raccolte sul posto, sono state interrotte le erogazioni di luce e acqua, le banche restano chiuse, sono state distrutte alcune emittenti radio televisive e il paese è piegato anche dall'embargo sui medicinali imposto dall'UE.
Molti profughi, in tutto il paese si stanno rifugiando in chiese, cattedrali e parrocchie in cerca di protezione fisica, cibo, medicine: nell'ovest del paese a Duekoué sono 40.000 gli sfollati ospitati nella missione Catholique Ste Thérèse de L'Enfant-Jésus; altri 1.500 sono ospitati nel centro ovest nella Cattedrale di Daloa e 1.200 ne accoglie la Missione Cattolica  di Zuenoula. Anche padre Richard Kissi, direttore della Caritas Diocesana di Abidjan, rapito da un comando armato il 29 marzo e subito rilasciato ospitava nella sua parrocchia vari profughi, distribuendo cibo e beni di prima necessità.
Un altro sacerdote è stato vittima nei giorni scorsi delle violenze, anche se fortunatamente è fuori pericolo: l'Abbé Norbert Abekan, colpito mentre rientrava nella sua parrocchia dopo un programma radiofonico su Radio Espoir, una Radio Comunitaria Cattolica.

Di fronte a questa escalation di violenza, mercoledì 30 marzo 2011, rivolgendosi ai pellegrini francofoni, il Papa ha rivolto il proprio pensiero alle popolazioni della Costa d'Avorio afflitte dalle tensioni sociali e politiche e dalle dolorose lotte interne. Il Santo Padre ha dichiarato che «la drammatica opposizione rende più urgente il ripristino del rispetto e della convivenza pacifica... Con questi sentimenti, ho deciso di inviare in questo nobile Paese il Cardinale Peter Kodwo Turkson, Presidente del Pontificio Consiglio "Giustizia e Pace" al fine di esprimere la mia solidarietà e quella della Chiesa universale alle vittime del conflitto e promuovere la riconciliazione e la pace».
 
La rete Caritas in Africa si è subito mobilitata per soccorrere le popolazioni bisognose sfollate. In particolare interviene su tre fronti: nel sud e nell'ovest del paese, al confine con Liberia e Guinea, dove si contano più di 300.000 profughi,  in Liberia dove sono circa 100.000 i cittadini ivoriani rifugiati, e in Guinea.

In Costa d'Avorio
per soccorrere gli sfollati interni la Caritas ha lanciato un appello di emergenza. Serve oltre 1 milione di euro per aiuti immediati a 23.000 sfollati e 3.000 persone appartenenti alle famiglie che li ospitano, nelle località di Bin-Houyé, Dinleu e Dohouba, situate alla frontiera con Liberia e Guinea, nel dipartimento di Zouan-Hounien, e a Abidjan e Agboville, nel sud del paese. Particolarmente critica è la situazione degli sfollati nell'ovest del paese, per i quali lo stesso PAM (Programma Alimentare Mondiale) ha chiesto un impegno in prima linea di Caritas. Il progetto di assistenza, della durata di 3 mesi, mira a  garantire alla popolazione la distribuzione del cibo necessario, medicinali e cure sanitarie di base, accesso all'acqua potabile, protezione per le vittime e potenziali vittime di violenze, educazione per i bambini in età scolare e supporto logistico di vario tipo. Specifica attenzione verrà data alle fasce più vulnerabili della popolazione come: bambini non accompagnati, vittime di violenza, donne sole e malati di AIDS.
Per loro sono previsti i seguenti servizi:
- registrazione, protezione e presa in carico dei bambini non accompagnati per favorire il ricongiungimento con la famiglia d'origine;
- protezione, cure mediche, tutela e informazione sui loro diritti alle vittime di violenza e alle donne sole;
- cure mediche adeguate e informazione sulla malattia, in ordine soprattutto alla prevenzione del contagio, per i malati di AIDS.

In Liberia la Caritas si sta occupando dell'accoglienza dei rifugiati ivoriani in fuga dal paese, con la costruzione di circa 1.000 rifugi e assistenza umanitaria di base. L'intervento prevede anche l'avviamento di coltivazioni di riso, che potranno permettere la sussistenza alimentare nel lungo periodo delle popolazioni ospitate e di quelle sfollate e ospitanti.

In Guinea, nella diocesi di Nzerekoré  - dove Caritas Italiana è presente con diversi progetti e con missioni frequenti di propri operatori -  si forniscono cibo, acqua e kit sanitari ai rifugiati al confine con la Costa d'Avorio.

Caritas Italiana ha risposto all'appello di emergenza mettendo a disposizione un primo contributo e segue l'evolversi della situazione e tutti i fronti di intervento.

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