La più alta carica dello Stato, il presidente Giorgio Napolitano, ha chiesto chiarimenti e assicurazioni sul futuro del Parco dello Stelvio, dopo che il provvedimento del Consiglio dei Ministri del 22 dicembre scorso, ne aveva decretato lo smembramento.
Una scelta che aveva sollevato la protesta sdegnata di decine di associazioni ambientaliste italiane ed estere, oltre che del Consiglio Regionale lombardo.
A oltre tre mesi dalla promulgazione del decreto, la firma del Presidente della Repubblica non è arrivata, e dal Quirinale è giunta anche una richiesta di chiarimenti a conferma che sia preservata l'unitarietà del parco, attualmente non garantita dal discutibile operato del Ministero dell'Ambiente sulla vicenda..
"La prudenza del Presidente Napolitano - ha dichiarato il responsabile Aree protette di Legambiente Antonio Nicoletti - deve rappresentare un'occasione di ripensamento, riportando la palla in mano alla Lombardia, regione che era a stata esclusa dalla trattativa tra Alto Adige e Governo, per mettere in campo una riforma dell'ente che garantisca l'unitarietà e il carattere di Parco Nazionale entro un unico piano di tutela, con regole chiare che tutelino sia gli interessi delle comunità locali dei tre versanti, sia quelli della conservazione della natura che da sempre ha un caposaldo in questo massiccio nel cuore delle Alpi Centrali".
"Il protagonismo della Regione Lombardia è ora indispensabile per perseguire questo obiettivo - ha aggiunto Damiano Di Simine, presidente di Legambiente Lombardia -, speriamo che il presidente Formigoni assuma la leadership che è mancata nello scorso dicembre".