La "malasanità" è spesso la protagonista della cronaca nazionale con inchieste giornalistiche e ispezioni dei Nas che fanno emergere un quadro poco edificante, direi incivile del nostro Paese. Nefandezze che si sommano ad altre nefandezze, mi riferisco alle case di riposo scoperte al nord come al sud con anziani costretti a subire maltrattamenti ed umiliazioni di ogni sorta, strutture aperte e mai autorizzate, deficit assistenziali e quant'altro. Sullo sfondo anziani soli, non autosufficienti e indifesi. Una realtà orribile che certo non fa onore ad un paese civile ma che purtroppo non ha dato seguito alla reazione indignata delle istituzioni e della politica. E' una realtà diffusa ma sommersa, come la nostra ricerca ha messo in evidenza.
Gli anziani ospiti nelle case di riposo non sono cittadini di serie B, ed hanno il diritto ad essere tutelati e curati al meglio.
La mancanza di una adeguata assistenza igienico-sanitaria può infatti portare gli anziani ricoverati verso una lenta e inesorabile vita vegetativa e al deterioramento delle capacità motorie e cognitive. Per questo vogliamo richiamare l'attenzione sulla necessità che controlli e verifiche sistematici e continuativi nel tempo e sull'intero territorio vengano effettuati anche nelle RSA e nelle case di riposo private. Perché anche gli anziani soprattutto i non autosufficienti e gli anziani soli, abbiano garanzia di cura e assistenza adeguata e professionale. Perché anche la loro dignità venga rispettata sempre. Perché la "malasanità" non si sommi alla "malassistenza". Richiamiamo le autorità e le istituzioni a vigilare sempre affinché le norme e le leggi che regolano l'apertura e la gestione delle Rsa e delle case di riposo siano applicate e rispettate con rigore. Esistono precise norme di accreditamento che fissano in modo preciso requisiti, standard di sicurezza, rapporto fra anziani ricoverati e operatori; norme che devono essere rispettate, da tutti. Chiediamo inoltre che nei criteri di accreditamento, venga inserita la possibilità per le associazioni di volontariato di poter accedere nelle Case di Riposo per svolgere attività di socializzazione e intrattenimento. Il volontariato può fare molto, essere un occhio attento e vigile all'interno delle strutture in cui opera. Il problema è che oggi in molte strutture private, ci è negato l'accesso.
Oltre al pretendere il rispetto di norme e regole, il nostro Paese deve puntare ad implementare l'assistenza domiciliare integrata. Invecchiare a casa propria costa meno e diminuisce in modo esponenziale la richiesta di ricoveri.
Purtroppo siamo gli ultimi in Europa nell'assistenza domiciliare, manca una legge che definisca con precisione per chi e quando debbano essere garantite cure a domicilio. Le Asl e le Regioni gestiscono la cosa secondo modalità diverse, in base alla possibilità di personale, mezzi e finanziamenti. Il risultato è che l'anziano anche quando potrebbe essere curato a casa propria viene ricoverato in ospedale, nelle RSA, nelle Case di Riposo o viene affidato alle assistenti familiari. Occorre insomma una forte integrazione fra l'assistenza sanitaria e quella sociale e le figure professionali competenti.