Adottare per quanti sbarcano a Lampedusa un "provvedimento straordinario di accoglienza temporanea" in base all'art. 20 del decreto legislativo 286 del 1998. E "obbligare" l'Europa a farsi carico di questa accoglienza, chiedendo al Consiglio europeo di assumere la decisione presa il 21 luglio 2001 con l'art.5 della direttiva 2001/55/Ce, che riguardava la concessione della protezione temporanea in caso di afflusso massiccio di sfollati.

Sono due proposte avanzate delle Acli per fronteggiare l'emergenza umanitaria che si sta manifestando drammaticamente in queste ore nell'isola di Lampedusa. «Si poteva e si doveva evitare questa situazione - denunciano il presidente nazionale Andrea Olivero - Si potevano trasferire da subito le persone nei Centri di accoglienza. Si potevano attrezzare delle tendopoli dignitose. Tutto sarebbe stato meglio di questo spettacolo indecoroso, usato come arma impropria di pressione nei confronti del Paese e dell'Europa».

Le Acli giudicano «immorali e inammissibili» le ipotesi avanzate di respingimenti di massa. «Non si può dire ?sono tutti clandestini'. Primo perché sono persone umane. Secondo perché la condizione eventuale di irregolarità, rispetto alla legge sull'immigrazione, deve essere valutata caso per caso. E' necessario attivare procedure di verifica dell'identità e dello status giuridico, verifiche che non possono che essere individuali e che richiedono tempo. Nel frattempo non possiamo far altro che trovare il modo più efficace, realistico e dignitoso per accoglierli».

«Tutti devono fare la loro parte» aggiungono le Acli. «Nessuno si può tirare indietro. Le Regioni - tutte, non solo quelle del Sud - devono garantire disponibilità all'accoglienza, ciascuna in base alle proprie capacità, in una logica doverosa di solidarietà e sussidiarietà. L'Europa deve mostrarsi coerente con le sue radici cristiane e illuministiche ed estendere la protezione umanitaria a coloro che sbarcano in queste ore. Ciascun Paese deve farsi carico dell'accoglienza straordinaria di queste persone o del loro eventuale rimpatrio».

Il presidente delle Acli richiama infine le parole del cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana: "E' un'illusione pensare di vivere in pace, tenendo a distanza popoli giovani, stremati dalle privazioni, e in cerca di un soddisfacimento legittimo". «Chi usa espressioni offensive e toni liquidatori nei confronti di un'emergenza umanitaria come quella che stiamo vivendo a Lampedusa - commenta Olivero - , tanto più se membro del Governo o delle istituzioni, si produce in atteggiamenti gravemente irresponsabili e diseducativi».

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