Il precipitare degli avvenimenti in Libia con l'intervento della coalizione internazionale accresce la criticità della situazione e oltre che per la sorte degli sfollati e di quanti fuggono, si teme per l'incolumità e la sicurezza di tanti civili. Accorato è stato l'appello del Santo Padre che, nell'assicurare «commossa vicinanza», ha chiesto «a Dio che un orizzonte di pace e di concordia sorga al più presto sulla Libia e sull'intera regione nordafricana» e a quanti hanno responsabilità politiche e militari ha chiesto «l'immediato avvio di un dialogo, che sospenda l'uso delle armi».
Anche la Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana ha invitato tutte le comunità parrocchiali, religiose, le associazioni, i gruppi e i movimenti ecclesiali ad un particolare ricordo nella preghiera. Caritas Italiana ha lanciato un appello per una raccolta di fondi.
  
 L'AZIONE DELLA CARITAS 
     
A LIVELLO NAZIONALE

 
Caritas Italiana è in costante contatto con il parroco di Lampedusa, l'arcivescovo e la Caritas diocesana di Agrigento, la Delegazione regionale delle Caritas della Sicilia. In particolare Caritas Italiana ha promosso le seguenti iniziative:
  
- monitoraggio dell'evolversi della situazione a Lampedusa. È stata subito organizzata una missione in loco per seguire le operazioni di accoglienza e trasferimento dei migranti;
  
- sostegno ad un progetto di animazione nel centro di primo soccorso e accoglienza sito nel comune di Pozzallo, diocesi di Noto, dove erano ospiti anche alcuni minori, egiziani e tunisini, poi trasferiti in adeguati centri di accoglienza;
  
- partecipazione insieme all'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr) e all'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (Oim) a un tavolo tecnico promosso dal Ministero dell'Interno per definire congiuntamente un piano di accoglienza straordinaria;
  
- disponibilità ad una presenza all'interno del Centro di Mineo per attività di ascolto, tutela, accompagnamento ed orientamento dei migranti ed eventuali richiedenti asilo,in tempi e modi da concordare;

- sostegno economico alla Caritas di Agrigento per:
1. attivazione di un presidio fisso a Lampedusa volto alla promozione di servizi di bassa soglia per i cittadini stranieri giunti via mare e per attività di animazione attraverso un coinvolgimento attivo della popolazione locale;
2. distribuzione di vestiario, predisposizione di docce e distribuzione di beni di conforto destinati soprattutto a chi è costretto a vivere all'aperto;
  
- promozione, attraverso le Caritas diocesane, di un censimento delle strutture potenzialmente disponibili per far fronte all'afflusso straordinario di migranti. Ad oggi sono stati individuati quasi 2.500 posti in 93 diocesi;
  
- sta infine verificando, su richiesta dell'arcivescovo di Agrigento, S.E. Mons. Francesco Montenegro - che ha lanciato un appello(pdf) e scritto una lettera(pdf) al presidente della Repubblica - la possibilità di inviare altri operatori a Lampedusa per sostenere gli sforzi del parroco e della comunità locale e far fronte al congestionamento dell'isola.
 
L'arcidiocesi di Agrigento ha anche messo a disposizione i locali della "Casa della fraternità" (circa 200 posti), in cui dal 24 marzo si è deciso di far confluire i minori non accompagnati. Il direttore della Caritas di Agrigento sottolinea l'eccezionale slancio solidale dei lampedusani (pdf), pur se messi a dura prova dai ripetuti sbarchi.
 
 
NEI PAESI DEL NORD AFRICA

 
La Chiesa resta attiva in tutta la Libia e i religiosi italiani sono accanto alla popolazione locale.

- A Bengasi ad esempio le suore italiane sono 14 in 4 comunità e continuano a lavorare negli ospedali pubblici e nelle istituzioni per disabili dove erano impegnate e apprezzate anche prima, e dove alloggiano. Anche il vescovo, Mons. Magro, ha trovato alloggio in un ospedale;
  
- Caritas Tunisia ha installato un posto di accoglienza sul confine, in collaborazione con altre Caritas nazionali e in particolare con il sostegno di operatori di Caritas Libano che parlano arabo. Svolgono attività di informazione, cura e smistamento dei casi più vulnerabili, oltre che di accoglienza fraterna, nella consapevolezza che si tratta di persone traumatizzate, non solo bisognose di viveri e sicurezza;
  
- sul confine egiziano, un altro staff Caritas aiuta anche nella distribuzione di viveri;
  
- è giunto al confine tunisino anche un gruppo di operatori di Caritas Bangladesh per assistere le migliaia di profughi di origine bengalese in attesa di rimpatrio;
 
- inoltre nel Niger uno staff Caritas si è attivato per facilitare il rientro a oltre tremila immigrati che sono riusciti ad attraversare il deserto del Sahara.

Nello specifico, Caritas Italiana:
 
- ha lanciato un appello per una raccolta di fondi;
    
- sostiene le attività di assistenza della Chiesa in Libia, in particolare a favore degli immigrati ed è in contatto quotidiano con Mons. Martinelli, Vescovo di Tripoli. Nonostante l'attuale difficoltà nei collegamenti è riuscita a far giungere un primo contributo per aiuti di emergenza;
  
- resta in costante contatto con le Caritas degli altri Paesi coinvolti in questi eventi;
  
- partecipa al Policy and Legal Task Team, un gruppo di lavoro internazionale per supportare coloro che operano al confine libico-tunisino e libico-egiziano. Sono membri di questo task team anche la Caritas Svezia, Niger, Libano, Senegal, Sri Lanka, il delegato di Caritas Internationalis presso le Nazioni Unite.
 

Per sostenere gli interventi si possono inviare offerte a Caritas Italiana tramite c/c postale n. 347013 specificando nella causale: "Emergenza Nord Africa 2011".
 
Offerte sono possibili anche tramite altri canali, tra cui:
  • UniCredit, via Taranto 49, Roma
    Iban: IT 88 U 02008 05206 000011063119
      
  • Intesa Sanpaolo, via Aurelia 396/A, Roma
    Iban: IT 95 M 03069 05098 100000005384
      
  • Banca Popolare Etica, via Parigi 17, Roma
    Iban: IT 29 U 05018 03200 000000011113
      
  • CartaSi e Diners telefonando a Caritas Italiana
    tel. 06 66177001

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