Il fenomeno del "caporalato"  è particolarmente presente nei settori dell'edilizia e dell'agroindustria, dove un numero sempre maggiore di operai e braccianti, italiani e migranti, sono sottoposti al ricatto ed allo sfruttamento da parte di caporali, spesso al soldo di organizzazioni criminali.
Su questa diffusa realtà talvolta si sono accesi i riflettori dei mass media,  imponendo all'attenzione di tutti la triste realtà del lavoro nero e delle condizioni disumane in cui sono costretti migliaia di lavoratori. Avvenne un anno fa con la rivolta di Rosarno, avviene talvolta in occasione di una tragedia in cantiere. Ma purtroppo, passato il clamore tutto rimane come prima ed i lavoratori continuano ad essere soggiogati al  ricatto di questi criminali pur di poter continuare a lavorare onestamente.
Le nostre stime prudenziali indicano in  550mila il numero complessivo dei lavoratori nelle mani dei caporali ed oltre 800mila i lavoratori a nero.

¦ Occorre intervenire. Ed occorre fare presto, perché la crisi economica sta rendendo questa zona oscura di irregolarità e sfruttamento, di assenza di diritti e di profitti criminali, sempre più vasta ed incontrollabile. Possiamo dire con certezza che il fenomeno del caporalato, fino a qualche anno fa endemico solo in alcune zone del Mezzogiorno, oggi è una realtà radicata e strutturata su tutto il territorio nazionale.

¦  Occorre intervenire. A partire dalla definizione giuridica di questo reato, non ancora definito nella sua pericolosità sociale: infatti, la pena attualmente prevista è di 50 euro per ogni lavoratore reclutato, e solo in presenza di aggravanti, quali violenza, riduzione in schiavitù, sfruttamento di minori scatta l'arresto. 

¦  Occorre intervenire. Tutti, ciascuno per quello che può, affinchè venga colmato questo vuoto legislativo.
Perciò, dalle categorie degli edili e dell'agroindustria della Cgil è partita in questi giorni la campagna STOPCAPORALATO, con l' obiettivo di porre all'attenzione di tutti la necessità che si intervenga subito. Una campagna che non si fermerà fino a quando il Parlamento non approverà la legge
Per questo, rivolgiamo un appello a tutte le donne e gli uomini di buon senso, a tutto il mondo del volontariato e dell'associazionismo, al mondo della cultura, dell'informazione, dello spettacolo, dello sport, agli imprenditori e alle loro associazioni, ai giovani ed agli studenti, alla società civile tutta, affinchè facciano propria la nostra richiesta, chiedendo al Parlamento di RICONOSCERE IL CAPORALATO REATO IN QUANTO TALE E PREVEDERE PENE E SANZIONI ADEGUATE ALLA GRAVITA' SOCIALE ED ECONOMICA DI QUESTO CRIMINE.

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