In questi giorni si susseguono le immagini degli arrivi in Italia di persone provenienti dalle coste settentrionali dell'Africa.

Una delegazione della Comunità di Sant'Egidio e di Genti di Pace nei giorni scorsi è andata a Cortone e a Lampedusa per incontrare questi rifugiati, parlare con loro, comprendere le loro necessità e le loro difficoltà.

La visita è iniziata dal centro di accoglienza di Crotone. Qui sono attualmente raccolti alcuni eritrei che fin dall'inizio del conflitto in Libia avevano rivolto domande di aiuto dirette o attraverso familiari ed amici alla Comunità, per raggiungere l'Europa e chiedere asilo politico: circa 70 persone, compresi alcuni bambini. Rimanere in Libia, dove la loro situazione era già estremamente difficile, era diventato ancora più pericoloso allo scoppio della guerra.

Hanno potuto raggiungere l'Italia grazie ad un'azione umanitaria proposta dalla Comunità al governo italiano, che ha autorizzato l'ingresso e realizzato un ponte aereo.

La loro portavoce, Zeghnet ha detto "Ringraziamo Dio per la Comunità che ha un cuore largo che non si è dimenticata di noi e ci ha salvato senza conoscerci". Nei volti e negli occhi ancora c'è però ancora tanto dolore e tristezza per quello che hanno vissuto: hanno raccontato di gruppi familiari divisi, di parenti e amici che ancora si trovano in pericolo in LIbia.

 Nel centro di Crotone attualmente ci sono circa 600 tunisini, arrivati nelle ultime settimane. In totale ne sono transitati circa 1500, ma la maggior parte è già partita verso altre città italiane o europee.

"Ahlan-wa-sahlan!" , "benvenuti"!

L'accoglienza dei rifugiati è stata molto cordiale. Sono tutti molto giovani: manifestano con entusiasmo il desiderio di libertà, di conoscenza dell'Italia e dell'Europa e sperano di poter presto uscire dal campo profughi per iniziare una nuova vita. Sono felici che qualcuno venga a spiegargli come fare.

Un giovane ha detto a Youssef, di Genti di Pace: "Per noi è un miracolo che qualcuno viene appositamente qui a parlare con noi, a spiegarci le cose".


  Lampedusa

A L ampedusa nelle ultime settimane continuano gli sbarchi di cittadini tunisini che partono dopo decenni di chiusura del loro Paese.

La situazione è molto critica. L'unico centro di accoglienza per rifugiati dell'isola ha 850 posti, ma attualmente ospita circa 2.000 persone. E non è ancora iniziato il trasferimento dei richiedenti asilo in altre città.

Le persone sbarcate per ultime, tra i quali ci sono alcuen decine di minori,  vengono lasciate sul molo d'arrivo. Dormono all'aperto (anche in caso di pioggia) senza neanche le coperte. Anche l a distribuzione degli alimenti è insufficiente.

La Parrocchia di Lampedusa ha dato ospitalità a circa 300 persone e il Vescovo di Agrigento, Mons. Montenegro, nella Messa per la festività di San Giuseppe, ha incoraggiato i fedeli a proseguire nella via dell'accoglienza e dell'ospitalità, che ha sempre contrassegnato la popolazione dell'isola, senza lasciarsi andare alla paura e alla rabbia. Anche se - ha sottolineato - è evidente un'assenza delle istituzioni ne l gestire questa situazione.

I fedeli hanno aderito con vari applausi alle parole del vescovo e hanno subito organizzato una distribuzione di viveri e di abbigliamento per gli ultimi arrivati sul molo.

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