Via libera alle domande per l'assunzione di 60mila lavoratori stagionali extracomunitari previsti dal decreto flussi 2011 che troveranno occupazione per il 53 per cento al nord, per il 21 per cento nel centro Italia e per il 26 per cento nel sud e isole in base alla ripartizione delle quote. Lo rende noto la Coldiretti nel sottolineare che si è svolto regolarmente il click day nel giorno successivo alla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale n. 65 del 21 marzo 2011 del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri di programmazione transitoria delle quote massime di ingresso di lavoratori non comunitari per l'anno 2011. Sono state ripartite tra le regioni - sottolinea la Coldiretti - 48mila autorizzazioni sulle 60mila previste dal decreto lasciando le restanti 12mila nella disponibilità della Direzione Generale come riserva nazionale per essere successivamente assegnate su richiesta degli uffici. L'avvio della procedura informatica è importante - sottolinea la Coldiretti - per ridurre i tempi di attesa e consentire l'avvio delle procedure di assunzione da parte delle imprese agricole, anche in vista dei lavori primaverili di preparazione dei terreni nelle campagne. La maggioranza dei lavoratori stagionali extracomunitari - sottolinea la Coldiretti - troverà infatti occupazione in agricoltura che, insieme al turismo, è il settore con maggiori opportunità occupazionali per questi lavoratori indispensabili nello svolgimento della generalità delle lavorazioni stagionali e sopratutto per le grandi campagne di raccolta delle principali produzioni Made in Italy: dalla frutta alla verdura, dai fiori al vino fino, ma anche negli allevamenti. La presenza dei lavoratori stranieri impegnati nelle campagne italiane è salita a quota 106.058, in aumento del 2,03 per cento, ed oggi la forza lavoro estera rappresenta quasi il 9,15 per cento del totale impiegato in agricoltura, secondo una analisi Coldiretti. In altre parole nei campi quasi un lavoratore su dieci è straniero. Tra gli stranieri nelle campagne prevale la presenza dei lavoratori neocomunitari di provenienza principalmente rumena, slovacca e polacca. Tra quelli extracomunitari si stabilizza invece il numero di albanesi e cittadini dell'ex Jugoslavia, mentre aumentano gli asiatici (India) e nordafricani (Marocco). Sono molti i "distretti agricoli" dove i lavoratori immigrati sono una componente bene integrata nel tessuto economico e sociale come nel caso - aggiunge la Coldiretti - della raccolta delle fragole nel Veronese, della preparazione delle barbatelle in Friuli, delle mele in Trentino, della frutta in Emilia Romagna, dell'uva in Piemonte fino agli allevamenti in Lombardia dove a svolgere l'attività di "bergamini" sono soprattutto gli indiani mentre i macedoni sono coinvolti principalmente nella pastorizia. La presenza di lavoratori immigrati - conclude la Coldiretti - è divenuta indispensabile per le produzioni di qualità: dagli allevamenti dei bovini di razza piemontese a quelli delle vacche per il parmigiano reggiano dove quasi un lavoratore su tre è indiano ma i lavoratori extracomunitari sono diventati decisivi nella raccolta delle mele della Val di Non, produzione del prosciutto di parma, della mozzarella di Bufala o nella raccolta delle uve destinate al Brunello di Montalcino.
LE QUOTE D'INGRESSO REGIONE PER REGIONE
Regione | Numero |
Piemonte | 2.800 |
Val d'Aosta | 50 |
Liguria | 700 |
Lombardia | 3.350 |
Veneto | 7.400 |
Trentino | 3.000 |
Alto Adige | 800 |
Friuli V.Giulia | 100 |
Emilia-Romagna | 7.150 |
Nord | 25.350 |
Toscana | 2.100 |
Marche | 780 |
Umbria | 400 |
Lazio | 4.920 |
Abruzzo | 1.100 |
Molise | 700 |
Centro | 10.000 |
Campania | 5.900 |
Puglia | 4.000 |
Basilicata | 800 |
Calabria | 800 |
Sardegna | 150 |
Sicilia | 1.000 |
Sud e isole | 12.650 |
Totale | 48.000 |
Fonte: Elaborazioni Coldiretti su dati Ministero del Lavoro