"La discriminazione nei confronti di persone di origine africana è perniciosa". Lo afferma il Segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon nel suo messaggio in occasione del "International day for the elimination of racial discrimination", la "Giornata internazionale per l'eliminazione della discriminazione razziale" che si celebra oggi. La data è stata scelta per commemorare il giorno del 21 marzo 1960, quando si perpetrò il massacro di Sharpeville, in cui 69 dimostranti, inclusi 8 donne e 10 bambini, furono assassinati dalla polizia durante una manifestazione di protesta non violenta contro il regime sudafricano dell'apartheid.
La Giornata internazionale di quest'anno è dedicata a combattere la discriminazione nei confronti di persone di origine africana. Questa discriminazione "è perniciosa" - sottolinea Ban Ki-moon si fonda sull'intolleranza. "Spesso le persone di origine africana sono intrappolati nella povertà, in gran parte a causa del bigottismo, solo per vedere la loro povertà usata come pretesto per un'ulteriore esclusione" - afferma Ban. Il Segretario generale dell'Onu denuncia quindi che "Spesso queste persone non hanno accesso all'istruzione a causa di pregiudizi, e il pretesto della loro inadeguata educazione viene poi usato come motivo per negare loro posti di lavoro". Si tratta - secondo Ban Ki- moon - di "misfatti fondamentali" che "hanno una storia lunga e terribile tra cui il commercio transatlantico di schiavi, le cui conseguenze si sentono ancora oggi".
La giornata odierna apre la "Settimana di solidarietà con le persone che lottano contro il razzismo e la discriminazione razziale". Con la giornata di oggi si conclude in Italia la VII edizione della "Settimana di azione contro il razzismo", iniziata il 14 marzo scorso, promossa dall'Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali (UNAR) del Dipartimento per le Pari Opportunità e dal Ministro per le Pari Opportunità.
La settimana si è aperta con la presentazione della campagna di comunicazione nazionale "Lei è solo straniera, siamo noi a farne un'estranea" promossa dall'UNAR. La campagna ritrae due donne, una dalla pelle chiara e di mezza età, l'altra giovane e con la pelle scura, entrambe con il volto costellato da scritte di comando: "Non discutere, lavora, non ti lamentare", parole che parlano di dominio, di assoggettamento, di pregiudizio.
"Le donne immigrate - ha spiegato il ministro per le Pari Opportunità, Mara Carfagna - sono elemento fondamentale dell'integrazione, ma, spesso, prime vittime dello sfruttamento. Sfruttamento del lavoro, ma non solo. La campagna che lanciamo oggi ha lo scopo di puntare i riflettori su loro, le immigrate. Donne che magari lavorano nelle nostre case o curano i nostri genitori, fanno un lavoro meritorio e sono più esposte delle altre al rischio di molestie". "E' una campagna - ha continuato il ministro Carfagna - rivolta innanzitutto agli italiani, ma non soltanto a loro; lo scopo è far capire a tutti che una donna immigrata è una donna a tutti gli effetti, che bisogna riconoscerle tutti i diritti che per le donne italiane non sono mai stati messi in discussione, che non è più "debole". Soprattutto che lo Stato colpisce con durezza chi si approfitta di loro".
Nel corso della settimana è stato presentato il "Rapporto UNAR 2010 sulle discriminazioni razziali". Secondo il rapporto in Italia "la discriminazione razziale è un fenomeno che spesso rimane sommerso, per paura, ignoranza, sfiducia". Secondo il rapporto però "nell'ultimo anno in Italia le segnalazioni sono raddoppiate". Le segnalazioni raccolte nel 2010 dall'UNAR sono state complessivamente 766, l'anno precedente erano state 373. In crescita soprattutto i casi relativi a discriminazioni attuate dai mass media (19,9% contro il 10,8% del 2009), anche grazie all'azione di monitoraggio dei mezzi di informazione attuata dall'UNAR. Aumentano anche le segnalazioni relative alla vita pubblica (17,8%) e all'erogazione di servizi da enti pubblici (16%), mentre diminuiscono quelle relative al lavoro e alla casa.
Sono numerosi gli eventi e le iniziative realizzate oggi in Italia a livello territoriale in collaborazione con Regioni, enti locali, società civile. Per la prima volta è stato realizzato un programma specifico contro le discriminazioni nei luoghi di lavoro d'intesa con le organizzazioni datoriali e sindacali raccolte nella "Cabina di Regia" costituita dall'UNAR nel 2010. Lo scorso febbraio l'UNAR ha presentato "Reti territoriali contro le discriminazioni", un progetto realizzato con il contributo del Programma PROGRESS della Commissione Europea, che intende costruire sul territorio nazionale una rete che, in stretta collaborazione con enti locali e con le associazioni impegnate localmente, possa diventare un concreto ed operativo strumento a tutela delle persone che subiscono discriminazioni. [GB]