"Sconcerto e indignazione" per la scarcerazione da Rebibbia, avvenuta venerdì scorso, di Alfonso Podlech Michaud, l'ex procuratore militare cileno sotto processo a Roma per l'omicidio del desaparecido Omar Venturelli, avvenuto nel carcere di Temuco in Cile nel 1973 durante gli anni della dittatura di Pinochet. A meno di un mese dalla sentenza, il Tribunale del Riesame di Roma ha accolto, a sorpresa, la richiesta di scarcerazione in quanto non sussisterebbe il "pericolo di fuga". Una curiosa motivazione visti i precedenti, come quello della fuga dell'argentino Jorge Oliveira.
"Fu sicuramente Alfonso Podlech Michaud a interrogare Omar Venturelli, un ex sacerdote di origine italiana, professore universitario e instancabile animatore popolare, aderente al movimento dei Cristiani per il Socialismo" - commenta Tonio Dell'Olio, coordinatore del settore internazionale di Libera. "Omar non fece più ritorno a casa. Le ultime testimonianze riferiscono di averlo visto nel carcere di Temuco e ne descrivono le torture cui era stato sottoposto".
"Nel luglio 2008 il giudice spagnolo Baltazar Garzon intercetta la presenza in Spagna di Podlech, sul quale pendeva un mandato di cattura italiano, lo fa arrestare e lo consegna alle autorità italiane che lo sottopongono al processo - continua Dell'Olio. Podlech era detenuto nel carcere romano di Rebibbia ma, inspiegabilmente, il Tribunale del riesame venerdì scorso lo ha scarcerato perché non sussiste il pericolo di fuga. Quantomeno strana questa decisione dal momento che si attendeva la requisitoria agli inizi del mese prossimo. Abbiamo promesso a Maria Paz, figlia di Omar, che il nome di Omar Venturelli sarà letto durante la Giornata della Memoria delle vittime di mafia a Potenza sabato 19 marzo. Non può avvenire tutto sotto silenzio. Questa scarcerazione è quanto meno sospetta e non deve e non può ricevere la complicità del silenzio degli onesti".
"Una vera tragedia, mancava solo un mese alla requisitoria: abbiamo lavorato tanti anni per niente" - ha commentato a caldo Maria Paz Venturelli, figlia del desaparecido Omar Venturelli. Commovente il suo ricordo. "Quando sono tornata in Cile, in realtà ho trovato un po' la famiglia che non avevo conosciuto, per cui dopo, quando ho finito l'università, ho deciso di tornare a stare là per un breve periodo. In quel periodo, nel 2001, sono trovate delle fosse comuni a Temuco: erano di fianco al cimitero. La notizia ha creato un forte scalpore nell'opinione pubblica. Ma ciò che per me è stato veramente terribile è che queste fosse comuni, una volta scoperte, sono state nuovamente violate: sono stati portati via i corpi per impedire il loro riconoscimento e sono stati nascosti da un'altra parte. Stiamo parlando del 2001, quindi pochissimo tempo fa, pochissimo rispetto ai fatti della dittatura di Pinochet e soprattutto per il fatto che eravamo in democrazia?".
"La scarcerazione di Alfonso Podlech ci indigna profondamente e apre inquietanti interrogativi" - ha detto Fabio Porta, deputato del PD eletto nella circoscrizione estero America Latina. "Interrogativi inquietanti, perché tale inspiegabile atto, disposto dal Tribunale del riesame che esclude il ?pericolo di fuga' dell'imputato, avviene a pochi giorni dalla visita in Italia del nuovo Presidente del Cile, Sebastián Piñera. Il deputato - che è anche membro del ?Comitato per il processo Podlech' - esprime "la profonda preoccupazione per il fortissimo rischio di fuga di Podlech alla vigilia della conclusione del processo". L'on. Porta ha quindi presentato, assieme all'on. Tempestini e Miglioli e agli altri deputati del PD eletti all'estero, un'interrogazione al Ministro della Giustizia per chiedere che sia verificata la regolarità delle procedure seguite per la concessione della libertà provvisoria. La stessa cosa ha fatto l'on. Miglioli, che proviene da Modena, la zona d'origine del padre di Venturelli. Porta anche chiesto al Ministro degli Esteri Frattini di rappresentare alle autorità cilene l'interesse del governo italiano ad una regolare e completa applicazione della sentenza nei confronti di Podlech, qualunque essa sia".
"Nello stesso tempo - sottolinea Porta - credo sia opportuno che l'opinione pubblica italiana sappia e segua con attenzione gli sviluppi del processo, che prima di essere un caso giudiziario, è un delicato punto di principio e di difesa della libertà e della democrazia. Con evidenti ricadute in paesi dove i nostri connazionali hanno pagato anche con la privazione della libertà e con la vita le conseguenze delle dittature militari che si sono susseguite". Porta ha manifestato inoltre la volontà di adoperarsi "affinché la giustizia possa compiere il suo corso, a partire dalla presenza in aula di Podlech fino alla conclusione del processo" e invita "chiunque sia sensibile a questo tema a fare sentire la propria voce presso le istituzioni italiane e cilene a favore del pieno rispetto della memoria e della giustizia per una delle pagine più buie del nostro dopoguerra".
Sconcerto e indignazione anche a Modena, la provincia di cui Omar Venturelli era originario. I consiglieri regionali del Partito Democratico, Luciano Vecchi e Palma Costi, hanno definito la scarcerazione di Podlech un "atto inspiegabile" e hanno chiesto che "venga messa in atto ogni iniziativa per evitare la fuga dell'imputato e perché sia data giustizia a quanti sono stati vittime della brutalità del regime di Pinochet". "Esprimiamo la nostra completa solidarietà ai famigliari di Omar Venturelli e a quanti si battono per la giustizia e per la condanna dei responsabili di una delle pagine più nere della storia dell'umanità" - conclude la nota dei due consiglieri regionali.
L'Osservatorio sull'America Latina SELVAS continua a cercare giustizia per le vittime del Plan Condor, documentando la storica sentenza di condanna a cinque ergastoli ai militari argentini, a fianco di Estela Carlotto - Abuelas Plaza de Mayo (in .doc), denunciando i legami tra dittatura argentina e Vaticano, promuovendo il dibattito sulla giustizia transnazionale durante il Foro Sociale Mondiale di Belem nel gennaio 2009.
Cristiano Morsolin
(Operatore di reti internazionali per la difesa dei diritti umani. Lavora in America Latina dal 2001, co-fondatore dell'Osservatorio sull'America Latina SELVAS)