Le tensioni che hanno colpito Libia, Tunisia ed Egitto hanno riportato al centro del dibattito la questione della crisi del Mediterraneo. L'Italia è particolarmente coinvolta in questa situazione, dovendo gestire i quotidiani sbarchi di massa sulle coste di Lampedusa. Opinionisti, esperti e politici affollano le discussioni televisive, ma nessuno parte da una sostanziale verità: il compito di chi gestisce la "res publica" dovrebbe essere fare prevenzione sui fenomeni sociali, altrimenti ha già fallito.

Da anni rivendichiamo che si investa realmente sulla cooperazione internazionale, aiutando le popolazioni africane a risollevarsi nella propria terra, e che vengano sostenute le realtà impegnate nel sostegno a distanza e nei servizi di prima accoglienza. Invece, la politica su un fenomeno così complesso ha scelto puntualmente la via della demagogia, della costruzione della paura, senza mai individuare una strada concreta per la risoluzione della problematica. La nostra classe dirigente non cura le questioni della collettività perché forse è distratta dal mantenimento dei propri privilegi, che diventano troppo spesso una priorità.

Lo dimostra lo scandalo "Affittopoli", che ha colpito le principali città italiane, come Milano, Roma e Napoli, che ha coinvolto dirigenti, politici e sindacalisti. L'atteggiamento di chi si è garantito delle case nel centro delle nostre metropoli a prezzi stracciati è veramente uno schiaffo alle esigenze sociali dei più deboli, che meriterebbero invece l'attenzione di chi avrebbe la responsabilità di occuparsi delle questioni collettive, piuttosto che della conservazione dei propri interessi individuali?..

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