Da Pompei alle Mura Aureliane a Roma, gli elenchi dei beni culturali manchevoli di un'appropriata manutenzione e quindi a rischio sono molti, e testimoniano l'urgenza di pensare come difendere questo immenso patrimonio da superficialità e incuria. Non serve molto, basterebbe la "manutenzione ordinaria". Restituire la piena operatività alle Soprintendenze - a Pompei come a L'Aquila - in termini non solo di risorse economico finanziarie, ma di efficienza amministrativa e di riconoscimento istituzionale, è la via per rimettere in moto il meccanismo virtuoso della manutenzione.
Dalle Sezioni di Italia Nostra sparse su tutto il territorio nazionale da sempre ci arrivano segnalazioni di beni in abbandono. Oggi più che mai bisogna dare ascolto a questi campanelli d'allarme. Come a maggio, quando è crollato il Campanile millenario di Badia a Rofeno, nel comune di Asciano: un profilo delle crete senesi è stato cancellato dall'instabilità del terreno ma anche dall'incuria degli uomini, visto che la nostra Sezione senese da tempo l'aveva denunciato.
La LISTA ROSSA inaugurata da Italia Nostra comprende molti siti archeologici meno conosciuti (per esempio in Abruzzo o Molise), interi centri storici, borghi, castelli, così come singoli monumenti. Per il tramite dei Consigli regionali, Italia Nostra ha chiesto a tutte le Sezioni di attivarsi per rendere sistematica e accurata l'opera di segnalazione.
Dalla lista di emergenze finora ricevute la Presidente nazionale Alessandra Mottola Molfino segnala come casi emblematici:
- la reggia-fattoria borbonica di Carditello
- la chiesa di Sant'Angelo in Formis, Capua
- vari siti archeologici in Calabria
- Borgo di Leri Cavour, Trino Vercelli
- la necropoli punica di Sulky a Sant'Antioco, Sardegna
- il santuario rupestre della dea Cibele a Palazzolo Acreide (SR)
- i templi e il grande sito archeologico di Selinunte
- le Cascine di Tavola di Lorenzo il Magnifico a Prato e le Gualchiere di Remole a Firenze, esempi unici di opifici industriali medioevali
- le mura di San Gimignano
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