L'UNICEF ha presentato ieri il suo Rapporto sull'intervento umanitario 2011 per i bambini - Humanitarian Action for Children Report 2011 (HAR), che accompagna l'appello per 1,4 miliardi di dollari ai suoi donatori, necessari per assistere bambini e donne intrappolati nelle crisi umanitarie in corso.
L'appello di quest'anno è incentrato su 32 Paesi e sottolinea la crescente importanza di rafforzare la capacità di resistere alle difficoltà con soluzioni spesso innovative (resilienza) delle comunità.
«Investire nei bambini e rafforzare la resilienza dei paesi e delle comunità che vivono ai margini, non solo riduce la loro strada per il recupero, ma contribuisce anche ad aumentare la capacità di gestione dei rischi, mettendo in atto misure di prevenzione prima che la crisi dirompa, mitigandone i danni in quest'ultimo caso» ha dichiarato Hilde Johnson, Vicedirettore generale dell'UNICEF.
Il mondo è stato testimone di sconvolgenti crisi umanitarie nel 2010: le inondazioni in Pakistan che hanno sommerso un quinto del paese; il terremoto ad Haiti che ha causato più di 200.000 vittime e milioni di sfollati, la terra arida e la carenza di cibo in tutto il Sahel che continuano a minacciare centinaia di migliaia di bambini con malnutrizione acuta e grave.
Queste emergenze meritano i titoli dei giornali, ma ci sono crisi meno evidenti agli occhi dei media che minacciano la vita di molti altri bambini e delle loro famiglie.
In tutto il mondo siccità, carestie, conflitti violenti, esodi a lungo termine sono una realtà per milioni di persone. Queste crisi umanitarie hanno conseguenze disastrose per i bambini, tra i quali il reclutamento nelle forze armate, la violenza sessuale e la perdita di servizi di base come acqua, sanità e istruzione.
La portata senza precedenti dei disastri di Haiti e del Pakistan ha suscitato una risposta straordinaria a livello mondiale da parte di tutte le organizzazioni umanitarie e partner. Ma ha anche sottolineato la necessità di potenziare attività di prevenzione, all'interno di quelle comunità che sono più spesso colpite da crisi, per poter ridurre la portata dei rischi.
Aiutare le comunitè vulnerabili ad acquisire le competenze necessarie per affrontare e superare i rischi è una componente sempre più importante dell'azione umanitaria, un ambito in cui l'UNICEF è fortemente impegnato. Nel 2010, per esempio, l'UNICEF ha riesaminato i principali capisaldi della sua azione di intervento umanitario, ponendo al centro i diritti di bambini e delle donne in crisi.
I principali cambiamenti negli interventi dell'UNICEF prevedono una maggiore enfasi sulla prevenzione, rafforzando il legame tra azione umanitaria e politiche di sviluppo, e sottolineando l'importanza della riduzione del rischio catastrofi.
Il rapporto enumera una serie di crisi che richiedono un supporto straordinario e mostra i luoghi in cui sono indispensabili provvedimenti urgenti per salvare vite, per proteggere i bambini contro le peggiori forme di violenza e abusi e per garantire l'accesso ai servizi di base, come acqua e igiene, salute, nutrizione e istruzione.
«Dopo un anno di devastanti calamità naturali e tragedie umane, non è mai stato più opportuno rafforzare la resilienza dei singoli e delle comunità che si trovano ripetutamente in pericolo» ha continuato Hilde Johnson.
I 32 Stati a cui si riferisce questo appello sono stati selezionati sulla base della gravità della crisi, del suo impatto sui bambini e sulle donne, sulla natura cronica o prolungata della crisi e sulla base del loro potenziale per produrre risultati duraturi salva-vita