ROMA - Le pensioni di invalidità civile revocate nel corso delle verifiche straordinarie compiute nel corso del 2010 si attestano all'11% del campione controllato. Lo rende noto l'Inps riportando i dati del Consiglio di indirizzo e vigilanza e precisando che il dato si riferisce alle sole revoche decise dai Centri medici legali sul territorio e non ancora rese definitive dalla Commissione medica superiore (Cms). Sommando a queste anche le revoche disposte dalla Cms e tutte quelle sospensioni dovute all'assenza non giustificata del soggetto chiamato a visita, la percentuale raggiunge la quota del 23% che nei giorni scorsi era stata anticipata dal presidente dell'Inps Antonio Mastrapasqua. Secondo il Consiglio di indirizzo e vigilanza dell'Inps ulteriori approfondimenti sui dati potranno essere svolti al termine delle operazioni di verifica, quando saranno disponibili anche i dati sulle motivazioni delle revoche e quegli sugli esiti dei ricorsi presentati contro le revoche stesse. L'obiettivo, secondo l'Inps, è quello di "affinare le conoscenze per attuare le migliori politiche a sostegno dei diritti delle persone disabili".
Dure critiche nei giorni scorsi avevano accompagnato l'anticipazione di Mastrapasqua sul 23% di revoche, presentate come il risultato della lotta contro i falsi invalidi. Le principali associazioni di persone con disabilità avevano stigmatizzato la scelta di un "uso mediatico" dei dati per presentare l'immagine di un'Inps efficiente pienamente coinvolta nel suo "ruolo salvifico contro la piaga dei falsi invalidi" ed esponendo all'etichettatura di "falso invalido" tutti coloro che sottoposti a visita si sono visti arrivare una sospensione o una revoca. Le associazioni infatti facevano notare come la revoca di una pensione può essere dovuta ad un miglioramento delle proprie condizioni tale da non essere più giudicato in condizione di invalidità superiore al 74%, requisito minimo per ottenere la pensione. Senza contare poi che molte sospensioni sono il risultato di visite alle quali il soggetto invalido non si è presentato: spesso per il semplice fatto di non aver ricevuto alcuna comunicazione in merito. In tutto questo, poi, per giunta, le associazioni ricordavano la situazione attuale che racconta di procedure confuse, silenzi inquietanti e di un numero immane di ricorsi e di cause pendenti. Quanto bastava insomma per affermare che i dati presentati da Mastrapasqua veicolavano un'immagine parziale che non rispecchia la realtà dei fatti.