L'associazione Libera annuncia che promuoverà una serie di inziative perchè l'Ue consideri la possibilità di introdurre un provvedimento di confisca dei beni alla criminalità organizzata con le stessa validità del mandato di arresto europeo. "Le sfide del futuro si delineano sul fronte europeo contro tutte le mafie, perchè è chiaro che i denari di provenienza illecita della mafia russa, delle mafie dell'ex Jugoslavia e della mafia siciliana si trovano anche al di fuori dei confini dei rispettivi Paesi" - ha affermato don Luigi Ciotti, fondatore di Libera, in un convegno a Palermo dove ha presentato i nuovi canali di commercializzazione dei prodotti agroalimentari provenienti da terre sottratte ai boss mafiosi e gestite da cooperative giovanili in Sicilia. In dieci anni sono stati confiscati dallo Stato 6.500 beni, oltre 2.500 sono stati destinati ad attività sociali e di volontariato. "Ma la burocrazia e i tempi sono lunghi - ha spiegato don Ciotti. Pertanto credo che la legge abbia bisogno di alcune modifiche allo scopo di snellire i tempi e soprattutto che sia applicata anche a livello europeo. Le mafie sono tante e trasversali: giocano in borsa, penetrano nelle grandi imprese, nel riciclaggio internazionale di droga e armi". Don Ciotti si è poi espresso contro la restituzione dei beni confiscati a imputati che siano stati poi assolti: "Se lo Stato commette errori giudiziari - ha affermato - dopo avere assegnato le terre confiscate a cooperative che con il sudore e i sacrifici le valorizzano, è giusto risarcire chi è stato vittima dell'errore ma non è giusto riaffidargli i beni che lo Stato ha confiscato". Ricordo - ha notato - le parole semplici ma efficaci del presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi all'inaugurazione del Giardino della memoria: 'Non basta combattere la mafia, bisogna sconfiggerla". Circa il consumo equo e solidale Don Ciotti ha ribadito che "è necessario educare al consumo, perché ciò coincide con l'educazione alla giustizia e alla legalità". "Per sconfiggere la mafia serve l'impegno di tutta la società - ha sottolineato don Ciotti - e la vendita della pasta Libera Terra è un contributo a questa lotta. La scelta di Naturasì di metterla a disposizione dei suoi clienti contrasta la mafia attraverso piccoli segni, è un gesto che dà sostegno concreto alle cooperative che stanno riscattando questi territori. Questi prodotti sono un segno di libertà e di dignità. Il lavoro infatti non è un diritto, ma un bisogno profondo di ogni persona: senza lavoro non si è liberi di progettare la vita". L'iniziativa rientra nel progetto di 'Libera terra' che con l'associazione e l'appoggio della Prefettura di Palermo operano da anni per favorire la coltivazione dei terreni del Consorzio di Comuni 'Sviluppo e legalità'. [GB]

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