Le condizioni e le prospettive di integrazione per i minori stranieri che sono nati o risiedono da anni in Italia - la cosiddetta "Generazione 2". Le attività di Save the Children a supporto dei minori migranti, compresi coloro che stanno giungendo dalla Tunisia a Lampedusa o che dalla Libia cercano rifugio nei paesi confinanti.
Sono stati questi i principali temi al centro dell'incontro del Presidente della Camera on. Gianfranco Fini con una delegazione di Save the Children - la più grande organizzazione internazionale indipendente che dal 1919 lavora per migliorare concretamente la vita dei bambini in Italia e nel mondo - in occasione della consegna del 2° Rapporto su "I Minori Stranieri in Italia", frutto della ricerca e dell'attività diretta di Save the Children Italia al fianco di circa 2.500 minori stranieri: minori non accompagnati, minori in famiglia, minori di "seconda generazione".
La delegazione di Save the Children era composta dal Presidente Save the Children Italia Claudio Tesauro, dal Direttore Generale Save the Children Italia Valerio Neri e dalla Responsabile Programmi Italia-Europa Save the Children Italia Raffaela Milano.
Claudio Tesauro, Presidente Save the Children Italia ha sottolineato come i dati statistici confermino la costante crescita e consolidamento della presenza di bambini e adolescenti stranieri in Italia - 932.000 nel 2010(nota1) -. Una presenza vitale, anche in considerazione del fatto che le nascite di bambini di genitori stranieri fanno sì che il nostro saldo demografico sia positivo.
Di qui, secondo Save the Children, la necessità di rivedere le attuali norme sulla cittadinanza per chi è figlio di genitori non italiani affinché si arrivi al riconoscimento della cittadinanza prima del compimento del diciottesimo anno e migliaia di minori stranieri presenti da tempo in Italia o nati in Italia possano sentirsi pienamente "cittadini".
Il Presidente della Camera Gianfranco Fini, nell'esprimere apprezzamento per le attività di Save the Children, ha sottolineato la necessità di garantire una maggiore e più piena integrazione dei minori stranieri favorendo così anche il sentimento di appartenenza e il legame con l'Italia che è forte in tanti minori stranieri di seconda generazione, nati cioè nel nostro paese.
Save the Children per i minori stranieri in Italia
Nel corso del 2010 e in questi primi mesi del 2011 sono circa 2.500 i minori stranieri contattati, seguiti e supportati da Save the Children attraverso progetti nel campo dell' accoglienza, educazione, della giustizia minorile, della lotta alla tratta e allo sfruttamento.
Attualmente Save the Children è operativa con un proprio team di mediatori culturali e legali nell'emergenza umanitaria che sta riguardando migliaia di migranti tunisini tra i quali vi sono almeno 200 minori non accompagnati e alcuni nuclei familiari. Save the Children è presente a Lampedusa e in Sicilia e Puglia, principali territori in cui sono stati trasferiti i migranti attraverso ponti aerei o traghetti. In collaborazione con UNHCR e OIM, co-partner nel progetto Praesidium del Ministero dell'Interno Italiano, Save the Children porta avanti attività di informazione sui diritti dei minori, identificazione dei minori, assistenza umanitaria, supporto legale e mediazione culturale.
In ragione di quanto sta avvenendo in Libia e nell'eventualità di ulteriori massicci arrivi di migranti, Save the Children sta rafforzando il proprio staff in Sicilia. Inoltre sta mobilitando un team di emergenza per portare i primi soccorsi ai rifugiati che raggiungono i paesi confinanti con la Libia.
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Dal 2° Rapporto "I Minori Stranieri in Italia"
I minori stranieri in Italia
Negli ultimi 7 anni il numero di minori stranieri residenti è passato da 412.432 al 1° gennaio 2004 a 932.000 al 1° gennaio 2010, pari all'8% della popolazione minorile italiana. La maggior parte dei minori stranieri residenti - circa 572.000, il 10.4% in più rispetto al 2009 - è nata in Italia. E' la cosiddetta generazione 2 (G2). Vi è poi un numero crescente di minori, rimasti nella prima infanzia con i nonni nel paese di origine, che raggiunge i genitori in Italia nella prima adolescenza. Parliamo della cosiddetta "generazione 1 e mezzo", un gruppo di minori che può incontrare gravi problemi di inserimento, sia dal punto di vista scolastico che familiare, e che necessita di particolare attenzione e sostegno.
Cremona (27.6%), Lodi (27.3), Brescia (27.2), Mantova (27), Bergamo (26.9), Prato (26.7), Vicenza (26.3), Treviso (26.3), Reggio Emilia (26), Lecco (25.4) sono le prime 10 province italiane con la percentuale più alta di minori stranieri (in rapporto alla popolazione straniera). Nella gran parte di esse l'incidenza della popolazione minorile straniera su quella italiana è superiore al 15%, cioè un minore su 6 è straniero. Una presenza che, stando alle recenti stime dell'Istat, è cresciuta ulteriormente nel corso del 2010: 104.000 sono infatti i nuovi nati stranieri lo scorso anno, pari al 18,8% del totale delle nascite.
I minori stranieri non accompagnati
Sono almeno 4.438 i minori stranieri non accompagnati presenti sul suolo italiano (nota2). Il 90% sono maschi, per la gran parte (l'85%) fra i 15 e i 17 anni ma non mancano 12enni, 13enni e 14enni. Il gruppo più numeroso è costituito dai minori afgani (20%), seguito dai minori provenienti dal Marocco (14.7), Egitto (11), Albania (9), Bangladesh (5), Somalia (3.9), Repubblica del Kosovo (3.8), Palestina (3.1), Eritrea (3).
I ragazzi afgani si confermano un flusso in costante crescita e va inoltre ricordata la presenza del gruppo consistente dei minori rumeni, anche rom, che però non sono più computati perché neo-comunitari.
In diminuzione appare invece il flusso di minori provenienti dai paesi del Corno d'Africa - Eritrea, Etiopia e Somalia, a seguito dell'accordo fra Italia e Libia che ha previsto operazioni di rinvio di migranti, inclusi minori, rintracciati in acque internazionali e diretti verso l'Italia.
I viaggi dei minori stranieri per raggiungere il nostro paese sono sempre più rischiosi, nascosti dentro Tir o furgoni, nel caso di minori afgani o bengalesi, o su navi da diporto irriconoscibili e non facilmente intercettabili, nel caso di minori provenienti per esempio dal medio-oriente. A gestire i viaggi sono trafficanti che chiedono per ciascun ragazzo 4-5.000 euro. Per ripagare il debito contratto dalle famiglie, i ragazzi sono molto esposti al rischio di sfruttamento o di caduta in circuiti di devianza ed illegalità.
Rispetto all'accoglienza e ai percorsi di integrazione va notato che a causa degli stringenti requisiti imposti dalla nuova legge sulla sicurezza per la conversione del permesso di soggiorno al compimento dei 18 anni, molti minori stranieri arrivati a 17 anni rischiano di vedere invalidato il loro percorso formativo e di integrazione e di ritrovarsi "clandestini" da un giorno all'altro. Corrono questo rischio l'89% dei minori collocati in Sicilia, il 27% dei giovani ospiti delle comunità marchigiane, l'82 % circa dei minori presenti nelle comunità pugliesi.
Il rapporto integrale è disponibile in formato elettronico sul sito www.savethechildren.it
Sono disponibili foto di minori stranieri in varie condizioni: pienamente integrati, di seconda generazione, presso le strutture di Save the Children o altre strutture di aiuto e sostegno, in condizioni di emarginazione. Tutte le foto sono di Pier Paolo Cito per Save the Children e sono caricabili al link:
http://risorse.savethechildren.it/files/comunicazione/ufficio%20stampa/fotoMinoriStranieri.zip
Per ulteriori informazioni:
Ufficio Stampa Save the Children Italia, Tel. 06.48070023-001
press@savethechildren.it, www.savethechildren.it
Note
1-Fonte Istat, al 1° gennaio 2010
2-Fonte: Comitato per i Minori Stranieri al 31 dicembre 2010