Ci sono anche bambini tra le vittime e i feriti. Migliaia le famiglie a rischio sfollamento con i bambini esposti al pericolo di separazione dalle famiglie e sfruttamento.
L'Organizzazione predispone i primi soccorsi per gli sfollati nei paesi confinanti e rafforza la presenza a Lampedusa
Save the Children è fortemente preoccupata per la sorte dei bambini in Libia che potrebbero essere tra le vittime delle violente repressioni in atto da parte delle forze di sicurezza contro le proteste anti-governative. Decine di migliaia potrebbero inoltre essere sfollati se gli scontri dovessero moltiplicarsi nell'escalation in corso. Testimoni oculari interpellati dai media hanno dichiarato che bambini sono stati uccisi nelle violenze in atto nella città orientale di Bengasi.
"Le informazioni sui bambini morti negli scontri in Libia sono molto preoccupanti, e sono la dimostrazione di come l'attuale instabilità della situazione sia una terribile minaccia per loro," ha dichiarato Valerio Neri, Direttore Generale di Save the Children Italia. "Tutte le parti coinvolte in questa crisi devono adoperarsi perché i bambini non siano coinvolti negli scontri e siano tenuti fuori pericolo."
Save the Children sta mobilitando un team di emergenza per portare i primi soccorsi ai rifugiati che raggiungono i paesi confinanti con la Libia.
L'Organizzazione sottolinea che se le violenze in atto non dovessero cessare sarebbero migliaia le famiglie costrette a lasciare le loro case con un grave pericolo per i bambini coinvolti. In questi casi i bambini corrono enormi rischi di ritrovarsi separati dalle propri cari, divenire vittime di violenza o sfruttamento, e interrompere per un lungo periodo o anche definitivamente il percorso scolastico. A questo si aggiungono le conseguenze psicologiche legate al trauma e alla perdita della casa, dei famigliari e dei coetanei
In Italia, Save the Children sta predisponendo il potenziamento dello staff impegnato da settimane nelle attività di supporto e protezione dei minori arrivati dalla Tunisia con gli sbarchi a Lampedusa e poi trasferiti nelle strutture di accoglienza in Sicilia e Puglia.
Qualora flussi migratori massicci dovessero riprendere è fondamentale intervenire tempestivamente per garantire che nessun minore rimanga senza protezione o diventi "invisibile". Infatti, secondo Save the Children, già molti dei 160 minori tunisini non accompagnati collocati nelle comunità di accoglienza in Sicilia nei giorni scorsi sono fuggiti. Da una prima rilevazione dell'organizzazione, sono 34 i minori che si sono allontanati e tutti avevano dichiarato agli operatori delle comunità di voler raggiungere in qualche modo i parenti in Francia. Per quanto riguarda la Puglia, su 20 minori non accompagnati collocati sono 6 quelli che si sono allontanati. Ancora nessuna traccia dei 6 minori scomparsi il 13 febbraio dal Centro per Migranti di Bari ancor prima di essere collocati.
Sono disponibili foto dalla Libia scaricabili a questo link:
http://risorse.savethechildren.it/files/comunicazione/ufficio%20stampa/Bimba%20e%20padre%20tunisini%20in%20Libia.zip
Sono disponibili foto di Riccardo Venturi/Contrasto per Save the Children sulle operazioni di accoglienza dei minori tunisini a Lampedusa a questo link:
http://risorse.savethechildren.it/files/comunicazione/LAMPEDUSA/Lampedusa%20imbarchi%2030%20minori.zip
http://risorse.savethechildren.it/files/comunicazione/LAMPEDUSA/Migranti%20tunisini%20e%20operatori%20StC.zip
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