"Accogliere e proteggere" i rifugiati che fuggono dalla
Libia e dai Paesi del
Maghreb, evitando "allarmismi" e garantendo un "efficiente sistema di soccorso in mare". Lo chiedono con forza in una
nota gli enti e le associazioni che costituiscono il
Tavolo per l'Asilo: le Acli, l'Arci, l'Asgi, il Cir, la Comunità di S. Egidio, il Centro Astalli, la Casa dei Diritti Sociali, la Federazione delle Chiese evangeliche.
Quanto sta avvenendo in Libia e in altri Paesi del Maghreb, scrivono le organizzazioni, costituisce un "
evento storico", che va considerato "non solo in relazione al probabile intensificarsi di arrivi di rifugiati verso l'Europa, ma in primo luogo guardando alle
enormi potenzialità positive, sul piano economico, sociale e culturale che si aprono, per l'Europa nel suo complesso e per i paesi del Mediterraneo in particolare, a seguito della caduta di quei regimi corrotti". Per questo l'Europa e l'Italia hanno il "dovere di
sostenere concretamente l'avvio dei processi di trasformazione democratica" e debbono "
evitare allarmismi e il possibile diffondersi nella popolazione di sentimenti di paura verso coloro che fuggono dalle violenze in atto". Al contrario, è il momento di realizzare "
iniziative di accoglienza e di solidarietà".
Il Tavolo Asilo chiede in particolare che sia garantito un "
efficiente sistema di soccorso in mare", anche in acque internazionali, "evitando tassativamente ogni operazione di contrasto e respingimento in mare" . Va garantito
l'accesso alla "procedura di asilo", prevedendo una forma di "
protezione temporanea" per tutti coloro che fuggono dalle aree di crisi. Bisogna evitare un'applicazione generalizzata di misure di detenzione così come il ricorso esclusivo o prevalente a strutture di grandi dimensioni. Piuttosto occorre "
privilegiare un'accoglienza diffusa".
Le associazioni, infine, esprimono
profonda preoccupazioneper l'annunciato trasferimento nel nuovo centro di Mineo (Catania) dalla natura giuridica non definita, dei richiedenti asilo già presenti presso gli attuali Cara (centri di accoglienza per richiedenti asilo). Misura giudicata "non conforme alle vigenti normative sulle procedure di esame delle domande di asilo".
Al nostro Paese viene chiesto un "maggiore e più incisivo ruolo internazionale per fare cessare immediatamente l'attuale massacro", a partire dalla
sospensione del Trattato di amicizia tra Italia e Libia, "non sussistendo
più nessuna delle condizioni per la sua attuazione".