Oltre 40mila bambini rischiano di morire nei prossimi mesi nei Paesi del Corno d'Africa afflitti dalla peggiore siccità degli ultimi cinque anni riporta oggi l'Unicef a Ginevra chiedendo ai Paesi donatori di stanziare subito i 54 milioni di dollari non ancora raccolti necessari per l'alimentazione terapeutica dei bambini in pericolo di vita, l'accesso all'acqua, la salute e l'educazione. Nonostante la pioggia sia tornata dopo sei mesi di siccità nelle regioni di Somalia, Etiopia, Eritrea Kenya, Gibuti agricultori e soprattutto pastori nomadi hanno perso metà della popolazione animale. La pioggia torrenziale delle ultime settimane non è inoltre stata sempre benefica ed ha peggiorato la situazione in alcune aree, uccidendo il bestiame, portando la malaria ed altre malattie. Dopo sei mesi di siccità, nelle ultime settimane la pioggia è tornata a bagnare le terre aride di vaste regioni di Somalia, Etiopia, Eritrea Kenya, Gibuti. "Ma le precipitazioni non potranno riparare i mezzi di sussistenza distrutti, né risuscitare il bestiame stroncato dalla siccità" - ha affermato Rima Salah, numero due del Fondo delle Nazioni Unite per l'infanzia e reduce da una missione nella regione. "Quel che ho visto non è una situazione di fine-crisi" - ha aggiunto nella conferenza stampa. Negli ultimi anni, il Corno d'Africa ha subito un progressivo inaridimento, a causa di gravi e ripetute siccità; nel 2.000, almeno 100.000 persone morirono durante la siccità che colpì la regione. Tra i principali aspetti che emergono dal rapporto "Infanzia a rischio: il Corno d'Africa" è da sottolineare quanto dichiarato Rima Salah: "La penuria di cibo è sempre stata un aspetto presente nella dura vita quotidiana di questa regione. Ma per aiutare le popolazioni del Corno d'Africa a liberarsi delle crisi che ricorrono regolarmente dobbiamo ragionare mettendoci nei panni dei pastori nomadi, piuttosto che insistere affinché siano essi ad adattarsi ai servizi offerti loro in strutture normalmente fisse sul territorio. Se vi sono popolazioni che riescono a vivere e allevare bestiame in altre aree desertiche del mondo, ciò può essere possibile anche nel Corno d'Africa. Lo è stato per migliaia di anni". L'Unicef e altre agenzie delle Nazioni Unite e organizzazioni partner hanno già iniziato ad adattare i propri programmi agli stili di vita delle comunità pastorali nomadi. Due esempi sono costituiti dai centri d'alimentazione terapeutica mobili per la cura dei bambini malnutriti e il sostegno e la formazione di insegnanti che possano spostarsi con le comunità che si muovono lungo tutta la regione in cerca d'acqua e pascoli per i loro greggi. Finora, meno di 1/3 dell'appello dell'Unicef è stato finanziato dai donatori. L'Unicef Italia ha aperto una campagna di raccolta fondi d'emergenza per sostenere gli interventi nel Corno d'Africa e finanziare l'appello dell'Unicef. [GB]

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