Alla circolazione sono legate 583 denunce di decesso sulle 1.053 pervenute all'INAIL lo scorso anno. Ma, in generale, tra le categorie a rischio figurano anche tutti quei cittadini che si spostano a piedi, travolti e uccisi dalla disattenzione di chi guida. Secondo un rapporto dell'Automobile Club le vittime nel 2009 sono 667

ROMA - La strada resta il luogo in cui si muore con maggiore facilità e a perdere la vita sull'asfalto non sono solo automobilisti e centauri, ma specialmente pedoni: due ogni giorno e circa seicento ogni anno.
Cifre "da primato" che collocano oggi questa "categoria" tra le più a rischio. Se - per quanto riguarda il capitolo specifico degli infortuni sul lavoro - gli incidenti legati alla circolazione stradale (autotrasportatori merci/persone, commessi viaggiatori, addetti alla manutenzione stradale, etc.) e quelli in itinere sono stati causa, lo scorso anno, di 583 incidenti mortali su 1.053 totali (Rapporto INAIL 2009), anche attraversare sulle strisce, camminare a piedi o semplicemente passeggiare sul marciapiede costituisce sempre di più un motivo di pericolo per l'incolumità personale dei cittadini.
A lanciare l'allarme su questa emergenza è l'ultima relazione di Automobile Club e Legambiente, che evidenzia come nel 2009 - a fronte di una diminuzione complessiva degli incidenti stradali - si registra, invece, un aumento del quasi 3% dei pedoni che perdono la vita.
Numeri che vanno di pari passo anche con i recenti dati Istat. Secondo l'ente di statistica, infatti, sono stati 667 i pedoni che lo scorso anno sono morti a seguito di incidenti stradali (il 15,7% del totale delle vittime della strada, di cui la metà ultrasessantacinquenni). Se velocità e alcolismo sono tra i fattori che determinano il maggior numero di investimenti, anche una guida poco attenta può generare tragedie. Secondo le cifre, quindi, le strisce pedonali sembrerebbero essere sempre più considerate come una sorta di "arredo urbano" e rallentare in loro prossimità è un'abitudine che ormai riguarda pochi automobilisti.
Se i pedoni travolti e uccisi sono tanti, altrettanto rilevante, poi, è il fenomeno che riguarda le persone che restano seriamente ferite e invalide per tutta la vita in seguito a investimenti. In Italia, inoltre, i pedoni sembrerebbero passarsela peggio rispetto ad altri paesi europei: a tal proposito, intatti, il rapporto dell'Automobile Club evidenzia come gli italiani siano tra i primi a infrangere il codice della strada. E, in questo specifico ambito, Milano e Napoli si aggiudicano il "bollino nero" degli automobilisti più spericolati e dove il rischio per chi si sposta a piedi è particolarmente alto.
Il drammatico elenco delle vittime della strada diventa ancora più rilevante se si aggiunge alla categoria dei pedoni anche quella degli automobilisti, dei ciclisti, dei centauri e dei camionisti. I numeri sono da capogiro, al punto che gli incidenti stradali - ormai annoverati tra i più grandi problemi di salute pubblica - sono responsabili del 2,1% di tutte le morti registrate nel paese e figurano all'undicesimo posto nella classifica delle cause di decessi più probabili.

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