Amnesty International ha chiesto alle autorità egiziane di porre fine a 30 anni di repressiva legislazione d'emergenza e di consentire alla popolazione di partecipare pienamente a delineare il futuro del paese.
 
In un piano d'azione sui diritti umani, trasmesso oggi alle autorità del Cairo, l'organizzazione ha chiesto inoltre la fine dei poteri arbitrari delle forze di sicurezza, il rilascio dei prigionieri di coscienza e l'introduzione di garanzie contro la tortura.
 
"Gli egiziani hanno sofferto sotto lo stato d'emergenza per tre decenni. In questo momento determinante, le decisioni che verranno assunte saranno importanti per l'Egitto e per l'intera regione" - ha dichiarato Claudio Cordone, di Amnesty International. "Chi è al potere al Cairo deve considerare l'attivismo delle strade non come una minaccia ma come un'opportunità per consegnare alla storia i sistematici abusi del passato. La transizione politica deve coinvolgere la gente e rafforzare il rispetto per i diritti umani".
 
Il piano d'azione sui diritti umani di Amnesty International riflette una serie di richieste che la società civile egiziana avanza da tempo. Le misure concrete che le autorità del Cairo devono prendere comprendono:

  • l'immediata fine dello stato d'emergenza e degli arresti arbitrari;
  • la diffusione di informazioni sulla situazione di tutte le persone ancora detenute;
  • una condanna pubblica della tortura e provvedimenti rapidi per sradicarla, indagini sulle denunce di tortura, processi nei confronti dei responsabili e risarcimenti nei confronti delle vittime;
  • l'avvio di indagini indipendenti su tutti i casi in cui le forze di sicurezza possono aver fatto ricorso all'uso eccessivo della forza;
  • la libertà d'azione e di parola, la fine della criminalizzazione del pacifico esercizio dei diritti alla libertà di espressione, associazione e riunione;
  • una riforma del sistema giudiziario che assicuri la sua indipendenza e ponga sotto controllo le forze di sicurezza;
  • una risposta urgente alle cause di fondo delle attuali proteste, che ponga fine alla discriminazione nei confronti delle donne e delle minoranze e garantisca standard di vita adeguati all'intera popolazione.

"È qui che le autorità egiziane dovranno mostrare autentica leadership. Le riforme nel campo dei diritti umani devono iniziare ora" - ha sottolineato Cordone. "Le egiziane e gli egiziani che nelle scorse settimane sono scesi in piazza attendono da 30 anni il cambiamento e devono ora poter partecipare a delineare il futuro del loro paese".

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