Sartoria, vendita di uova, infermeria a domicilio ma anche commercio di mobili e vendita di gioielli su internet. Attività che hanno portato alla fuoriuscita dall'indigenza quasi 60 donne cilene e le loro famiglie, per un totale di circa 250 persone, coinvolte in un progetto di sostegno alla microimprenditoria femminile in seguito al terremoto e al maremoto che hanno colpito il Paese nel 2010.
Questi i risultati dell'iniziativa di "Riattivazione economica e sociale delle micro-imprenditrici cilene colpite dal terremoto nella regione del BioBio", realizzata dalla ong bolognese Cestas e finanziata dalla Regione Marche in collaborazione con il locale Centro de intermediación laboral (CIL) di Concepción e il Fondo de solidaridad e inversion social (FOSIS) del governo cileno.
"Dopo il terremoto era necessario ricostruire il tessuto economico e sociale il più presto possibile - spiega il presidente Cestas Uber Alberti, che ha accompagnato l'esecuzione del progetto durante la sua parte finale -. Nonostante l'azione sia stata realizzata in una situazione di post-emergenza, abbiamo ottenuto buoni risultati: l'obiettivo del progetto, stimato nel superamento della soglia di indigenza di 32 mila pesos (equivalente a 50 euro) pro capite, è stato raggiunto da 51 delle 60 beneficiarie. 6 delle donne che hanno guadagnato meno di questa cifra hanno comunque incrementato le proprie entrate, dimostrando la capacità di perfezionare in futuro la propria attività". In totale l'83% delle microimprenditrici ha visto crescere le proprie entrate economiche.
Il progetto, appena concluso dopo 7 mesi di attività, ha offerto alle donne coinvolte un servizio di accompagnamento integrale alla realizzazione della propria microimpresa. Le partecipanti hanno seguito un corso di formazione tecnico-economica e di assistenza alla preparazione del "plan de negocio" e hanno potuto usufruire di un sostegno psicosociale per la rielaborazione del trauma legato al terremoto, ancora vivo tra la popolazione. A ciascuna di esse è stato affidato un fondo di 300 mila pesos (circa 500 euro) da utilizzare per l'acquisto di beni e strumenti finalizzati alla propria attività imprenditoriale. Per favorire l'abitudine al risparmio, ogni microimprenditrice ha depositato 30 mila dei pesos ricevuti in un conto corrente a lei intestato.
L'azione di Cestas si è concentrata in un territorio dove l'ong è già attiva dal 1989 con progetti che coinvolgono circa mille famiglie. La distruzione delle infrastrutture e delle abitazioni (usate spesso anche come laboratori) causata dai disastri naturali ha tolto la fonte di reddito a numerosi nuclei familiari. "Vanno riconosciute - commenta Alberti - le capacità professionali e tecniche dei nostri operatori e dei partner locali, tra cui il lavoro instancabile della direttrice del Centro de intermediación laboral (CIL) di Concepción Yannette Burgos, che insieme al suo staff interdisciplinare ha saputo identificare in pochi mesi le beneficiarie del progetto e aiutarle a creare delle nuove attività o a riprendere e valorizzare le iniziative già esistenti e interrotte a causa del terremoto. Bisogna inoltre dare merito alla Regione Marche - continua il presidente - che ha riconosciuto e finanziato il valore di un progetto emergenziale, ma che aveva già caratteristiche di post-emergenza".
Un report dettagliato del progetto è disponibile sul sito di Cestas www.cestas.org.