Ieri sera, per un incendio sviluppatosi in un insediamento sulla via Appia Nuova a Roma, sono morti Raul Mircea (4 anni), Fernando (5 anni), Patrizia (9 anni) e Sebastian (11 anni), bambini rom della Romania.
L'Arci si unisce al dolore dei familiari delle piccole vittime, e a quello di tutto il popolo Rom. Esprime apprezzamento per la decisione del Presidente Napolitano di portare personalmente le Sue condoglianze alla famiglia.
Responsabile di questa tragedia, che non ha precedenti nella Capitale, è l'amministrazione capitolina che affronta la ?questione nomadi' come se non si trattasse di esseri umani portatori di diritti, ma come una sgradevole emergenza d'ordine pubblico.
Sul ?Piano Nomadi', che solo a Roma costa almeno 30 milioni di euro all'anno, si fondano i numerosi sgomberi che costringono i rom a riparare in baracche di fortuna, nascoste nei cespugli, senza alcuna sicurezza, come quella dove hanno trovato la morte i quattro fratellini.
Il Piano è già miseramente fallito sotto le proteste e l'indignazione dei rom di Casilino 900, truffati dal Sindaco e dal Prefetto che hanno disatteso le promesse sottoscritte con loro oltre un anno fa. Oggi il Sindaco, di fronte ai quattro piccoli morti, un orrore che dovrebbe portare alle dimissioni di tutti i responsabili, chiede più soldi e poteri straordinari, dopo i milioni di euro sprecati per consolidare i ghetti e amplificare la persecuzione con politiche discriminatorie. A questo sono serviti i soldi.
Da tre anni sindaco e prefetto hanno poteri straordinari, eppure non sono riusciti a risolvere alcun problema. Anzi, ne hanno creati altri per poter così utilizzare l'argomento rom per raccogliere facili consensi.
È il costosissimo ?Piano nomadi' di Alemanno a condannare i rom ad una perenne segregazione nei campi, se sono fortunati, attrezzati. Il Sindaco e il Prefetto non sono stati in grado, nonostante i poteri e le risorse, di proporre ai rom una prospettiva di inserimento sociale diversa dalla deportazione nei campi. A Roma si muore bruciati, si vive in baracca, senza acqua e servizi igienici; ai più fortunati tocca un container modello post terremoto a qualche decina di chilometri dalla città (vedi villaggio attrezzato di Castel Romano).
Oggi Il sindaco, dopo due anni di poteri speciali e milioni di euro spesi per gli sgomberi, la videosorveglianza, gli inutili censimenti, dopo aver seminato l'intolleranza verso i rom, dopo aver progettato di farli vivere ammassati dentro i campi magari lontano da Roma, vuole ancora più poteri. Tutto ciò è grottesco e immorale, poteri e soldi li ha avuti e questi quattro morti stanno a testimoniare come li ha spesi.
A nulla sono valsi i richiami internazionali, i dossier delle associazioni, la condanne autorevoli di istituzioni e organizzazioni internazionali.
Basta demagogia, persecuzioni e razzismo contro i rom.
Queste morti non possono restare impunite! Intanto si dimettano subito l'assessore alle Politiche Sociali del Comune di Roma Sveva Belviso e Angelo Scozzafava, responsabile del Piano Nomadi.
Chiediamo al Sindaco e al Prefetto di aprire un tavolo con tutti i soggetti - anche con chi non la pensa come loro sui rom - per affrontare con urgenza i tantissimi problemi di questa città, non più come questioni di ordine pubblico ma come emergenze sociali a cui dare risposte concrete e non annunci demagogici.
Chiediamo da subito non altri campi ma la messa in sicurezza di tutti gli insediamenti, un piano straordinario che affronti l' emergenza freddo e le condizioni igienico sanitarie.
Chiediamo che si proceda allo svuotamento degli attuali campi attrezzati indirizzando le persone che ormai ci vivono da anni verso soluzioni abitative più dignitose e rispettose dei diritti umani. Solo come soluzione transitoria, gli attuali campi ( senza costruirne degli altri), possono essere utilizzati.
L'amministrazione Comunale investa le risorse economiche del fallito ?Piano nomadi' in un'Agenzia per la casa che, con il supporto di esperti rom e mediatori culturali, costruisca un progetto di inserimento socio-abitativo individualizzato per le famiglie. Autorecupero, edilizia pubblica, sostegno all'affitto, facilitazioni e garanzie per l'affitto e l'acquisto di casa, sono alcune delle proposte sulle quali è possibile avviare un lavoro che sappia coinvolgere anche la Provincia e soprattutto la Regione.
I problemi si devono affrontare in maniera seria e utilizzando le risorse e le competenze che ci sono, evitando la facile demagogia che provoca morti e alimenta il razzismo.
Per noi oggi è un giorno di tristezza e di rabbia. C'è bisogno di alzare la testa. I rom di Casilino 900 lo hanno fatto. Lanciamo un appello a tutti per far partire una campagna di mobilitazione ed informazione che sconfigga le politiche di segregazione razziale nei confronti dei rom