L'approvazione in Consiglio dei ministri del
decreto sul federalismo respinto dalla commissione bicamerale suscita le critiche delle Associazioni cristiane dei lavoratori italiani, che parlano di "
forzatura" ed esprimono perplessità anche nel merito del provvedimento considerato "
troppo poco solidale".
«Una riforma così importante come il federalismo non può procedere senza una larga condivisione tra le forze politiche» afferma
Santino Scirè, presidente delle Acli siciliane e responsabile nazionale dell'associazione per il federalismo. «Non ci interessa l'interpretazione vincolante o meno del voto espresso dalla commissione bicamerale. La
mancanza di condivisione è evidente, e genera
diffidenza tra i cittadini, che percepiscono il provvedimento come una forzatura. Mentre un percorso strategico come quello della riforma federale dello Stato avrebbe bisogno del maggior consenso possibile, nel Parlamento e nel Paese».
Perplessità anche nel merito del decreto. Nella versione respinta dalla commissione e approvata dal Consiglio dei ministri - lamentano le Acli - è saltato il
mini-quoziente familiare di 400milioni di euro per le famiglie in affitto, originariamente previsto nel decreto del federalismo fiscale sul fisco municipale. L'introduzione della
cedolare secca per gli affitti avvantaggia i redditi più alti: la nuova tassazione sarà infatti direttamente proporzionale ai canoni pattuiti indipendentemente dal reddito dei proprietari. L'autonomia impositiva dei comuni - a partire dalla tassa di soggiorno per scopi turistici - rischia di tradursi in un
aumento delle tasse locali a scapito dei cittadini.
«A noi sembra - dice Santino Scirè - che questo tipo di federalismo non tenga conto delle difficoltà oggettive dei territori e dei cittadini che li abitano, delle famiglie che hanno visto in questi ultimi anni diminuire il loro reddito a fronte di una contemporanea riduzione dei servizi sociali fondamentali.
Un federalismo troppo poco solidale per essere condiviso, oltre che dal Parlamento, anche dal Paese. Tornino le forze politiche a confrontarsi su un testo che può e deve essere ancora migliorato».