Questa mattina centinaia di migliaia di persone hanno potuto leggere su diversi giornali nazionali che a Milano ci sono degli "untori", persone sieropositive che rappresentano un "pericolo per la salute pubblica" e che avrebbero scaraventato nella paura migliaia di cittadini, dato che si prostituiscono. Questo grazie alle affermazioni del vicesindaco Riccardo De Corato e dell'assessore alla salute Giampaolo Landi Di Chiavenna, acriticamente riprese e irresponsabilmente titolate da Il Giornale e il Corriere della Sera, quindi diffuse da numerose altre testate e siti internet.

"In nessun articolo è citato il preservativo, strumento sufficiente a proteggersi dall'infezione, come sanno le tante coppie sierodiscordanti che vivono anche in Italia, e la responsabilità della salute sessuale è ricondotta alle sole persone che vivono con l'Hiv, come se non riguardasse chiunque ha rapporti occasionali, a pagamento o meno" ha affermato Alessandra Cerioli, presidente della Lega Italiana per la Lotta contro l'Aids.

"A Milano ci sono almeno 15mila persone che vivono con l'Hiv, lasciar credere che ciò accada a causa della prostituzione è irresponsabile, come lo è pensare di risolvere i problemi con la schedatura sanitaria di chi si prostituisce" ha aggiunto Massimo Oldrini, presidente di LILA Milano, "vorremmo inoltre finalmente sapere da dove l'assessore ricava i dati che continua a fornire (una prostituta su due sarebbe sieropositiva), dato che contrastano con quelli rilevati nella letteratura scientifica, e quali iniziative intenda concretamente attuare il Comune di Milano per la prevenzione del contagio in tutte le fasce della cittadinanza, dopo averla allarmata. In molte città del resto del mondo l'amministrazione fornisce gratuitamente preservativi che portano addirittura il logo cittadino, a Milano non se ne può nemmeno parlare".

"Additare le persone sieropositive come pericolo per la salute pubblica ottiene l'unico risultato di aumentare lo stigma nei loro confronti. Quali elementi hanno avuto i giornalisti per chiamare le due trans "untori"? Sono due persone in terapia, consapevoli della loro condizione di sieropositività (che non significa avere l'Aids!), e che non hanno alcun dovere di dichiarare il proprio stato" ha concluso la presidente Cerioli, "la responsabilità della tutela della propria salute è personale e non delegabile, vale per i clienti come per chiunque abbia rapporti occasionali. E' dovere dei giornalisti, invece, fornire informazioni corrette e verificate, e non lanciare allarmi ingiustificati e stigmatizzanti. L'Ordine dei Giornalisti non ha nulla da dire di fronte a questo scempio?".

Valentina Avon | Ufficio Stampa Lila
email avon.stampa@lila.it
mob ++39 348.0183527

Partner della formazione

ConfiniOnline fa rete! Attraverso la collaborazione con numerosi enti profit e non profit siamo in grado di rivolgere servizi di qualità a costi sostenibili, garantendo ampia visibilità a chi supporta le nostre attività. Vuoi entrare anche tu a far parte del gruppo?

Richiedi informazioni