Il 2 febbraio si festeggia la Giornata Mondiale delle zone umide, gli ecosistemi più a rischio del Pianeta, ma allo stesso tempo straordinari tesori di biodiversità, serbatoi di CO2 e con un valore economico stimato in oltre 15 milioni di miliardi di dollari.
L'edizione 2011 della Giornata mondiale coincide anche con i 40 anni della Convenzione delle zone umide di importanza internazionale (Ramsar), ma anche con l'Anno Onu dedicato alle foreste. Per questo il tema dell'edizione 2011 è ''aree umide e foreste''.
Il 90% delle aree umide sono scomparse nell'ultimo secolo. Secondo la Commissione europea, fra il 1950 e il 1985 si sono registrate le perdite maggiori: in Francia (67%), Italia (66%), Grecia (63%), Germania (57%) e Olanda (55%). L'Italia ospita 52 siti Ramsar. Dei circa 3 milioni di ettari originari, all'inizio del ventesimo secolo ne restavano 1.300.000 ettari, fino a precipitare ai 300mila ettari nel 1991. Oggi ne rimane lo 0,2%, tra aree interne e marittime.
Si stima che a questi ambienti sia legato circa il 12% delle specie animali totali, che diventano il 40% aggiungendo quelle vegetali. Quasi il 50% delle specie di uccelli presenti in Italia sono legate alle zone umide. Le aree umide sono una preziosa riserva idrica e producono il 24% del cibo del Pianeta.
Servono infatti all'irrigazione delle colture e ad alimentare pesci e molluschi (oltre due terzi dei pesci che consumiamo dipendono da aree umide costiere o interne). Fanno da barriera e da magazzini naturali di acqua in caso di inondazioni, oltre a costituire vie di comunicazione, aree importanti a fini ricreativi e turistici e giganteschi "serbatoi" di CO2 (si stima che custodiscano circa il 40% della riserva globale di carbonio terrestre).
Circa due miliardi di migratori ogni primavera attraversano l'Italia, ponte nel Mediterraneo fra Africa ed Europa, dai piccoli liù alla grande cicogna bianca. Le nostre aree umide rappresentano per molti una preziosa area di sosta lungo le rotte migratrici. Per festeggiare la Giornata mondiale delle zone umide del 2 febbraio, domenica 6 febbraio il WWF aprirà quindici delle sue Oasi, con entrata gratuita. Si tratta di aree frequentate da trampolieri (come i fenicotteri), anatidi, passeriformi. Tante anche le specie che dal Nord Europa ''svernano'' in Italia: un esempio sono le oche selvatiche, che dall'Olanda sono già arrivate.