L'Istituto nazionale di statistica fa sapere che l'occupazione nelle grandi imprese italiane a novembre 2010 cala dell'1,4% al lordo della CIG e dell'1% al netto, rispetto all'anno precedente.
CGIL, a rischio interi settori produttivi, servono misure per sviluppo"Un calo continuo di occupazione colpisce le grandi imprese italiane mese dopo mese, solo in parte, fortunatamente, temperato dal ricorso alla Cassa integrazione".
Così il Segretario Confederale della CGIL, Fulvio Fammoni, commenta i dati sul lavoro nelle grandi imprese, resi noti oggi dall'ISTAT. L'Istituto nazionale di statistica rileva, infatti, un arresto dell'occupazione nelle grandi imprese a novembre 2010 rispetto al mese precedente, al lordo della Cassa integrazione.
Al netto della CIG si è registrato, invece, un calo dello 0,1%. Su base annua (novembre 2010 rispetto a novembre 2009), sono state registrate flessioni dell'1,4% al lordo della CIG e dell'1% al netto.
Il dirigente sindacale ricorda come adesso, in una parte di quelle imprese che sta finendo la Cassa integrazione straordinaria, si deve decidere se "lasciare a casa le persone o passare alla Cassa in deroga". Su quest'ultima misura, rileva Fammoni, "la scarsezza delle risorse per il 2011 e le mancate risposte del governo, rischiano di incentivare scelte ulteriormente negative per l'occupazione".
Per il Segretario Confederale CGIL il livello del calo nelle grandi imprese è ormai tale, "da mettere in discussione il futuro di settori produttivi fondamentali del paese e - spiega Fammoni - ne rispecchia i problemi", come emerge dal calo della produzione industriale e dei consumi.
"Per questo - conclude Fammoni - il lavoro è la priorità assoluta dalla quale partire per dare certezza ai lavoratori e per far ripartire lo sviluppo".