«Jariñoo jant bi» significa, in wolof, la lingua parlata in Senegal, Utilizziamo il sole. Potrebbe sembrare ovvio, dal momento che siamo in Africa, ma nel progetto avviato con successo in una zona rurale del Paese, non vi è nulla di scontato.

Nel 2006, Khadim Djitté, Djiby Diagne e Serigne Diagne, tre giovani che non volevano emigrare a Dakar o in Europa, allestiscono nella sede dell'Unione dei gruppi contadini di Mekhe (UGPM), l'atelier du soleil, per avviare un progetto che raccoglieva una sfida importante: installare pannelli solari fotovoltaici nei villaggi della regione de Kayor.Dotare i piccoli centri rurali di corrente elettrica è l'obiettivo immediato, ma l'idea si inserisce in un piano di sviluppo e di lotta alla povertà più ampio, portato avanti da oltre 20 anni dall'UGPM, che incoraggia l'organizzazione dei gruppi contadini sostenendo la conservazione delle risorse naturali, la diversificazione delle fonti di reddito, il rafforzamento della solidarietà sociale e combattendo l'esodo rurale da parte della popolazione più in forze. Il presupposto è inattaccabile: senza giovani e senza energia non può esserci futuro.

Il programma "solare" dell'Ugpm investe su tre importanti assi di sviluppo: la crescita di nuove opportunità economiche e di competenze locali, l'investimento in una fonte energetica rinnovabile e il miglioramento delle condizioni di vita degli abitanti dei villaggi.
E' proprio l'impatto sulla realtà quotidiana delle famiglie a dare i riscontri più immediati sull'efficacia del progetto. A oggi, due sono i centri (Taby e Ndiayenne Lack) in cui è stato possibile installare un sistema di approvvigionamento energetico da fonte solare. Dove ciò è avvenuto, la svolta è stata radicale.Per prima cosa l'acqua.
Il pozzo del villaggio, dotato adesso di una pompa elettrica consente di irrigare gli orti in modo più efficiente, migliorando la produttività agricola e sollevando le donne di un impegno gravoso.Con l'arrivo della corrente elettrica, inoltre, è stato finalmente possibile dotare la comunità di un congelatore. Il freddo permette di conservare gli alimenti, particolarmente i succhi di frutta prodotti localmente e il pesce, che insieme al riso dà vita al thiéboudiene, il piatto nazionale senegalese.Le telecomunicazioni e l'accesso all'informazione rappresentano un altro importante tassello nello sviluppo della vita del villaggio. Adesso, per scoprire a quanto si vende il miglio in città, basta fare una telefonata e chi possiede un telefono cellulare può ricaricare comodamente l'alimentatore dell'apparecchio. Con la televisione, uno stereo e un lettore dvd anche l'informazione e l'intrattenimento fanno il loro ingresso nella comunità: un passo importante per combattere il senso di isolamento che assale chi vive in campagna, tra i primi responsabili dell'inurbamento massivo dei giovani.

E alla sera, una lampadina accesa sotto il gazebo che accoglie la comunità rappresenta un importante fattore di coesione per le famiglie, che adesso possono ritrovarsi anche dopo il calar del sole; così pure un'illuminazione più facilmente accessibile aiuta chi desidera studiare o le donne che si intrattengono in attività artigianali.

L'attuazione del programma «Jariñoo jant bi» è il frutto della collaborazione tra l'UGPM; la società SIDI, specializzata in micro-credito e creazione d'impresa; l'azienda privata Alternatives Energétiques e la regione del Midi-Pirenei. Ai partner citati, si affianca anche Fratelli dell'Uomo, organizzazione non governativa di cooperazione internazionale, che sostiene il progetto con una raccolta di fondi.

Da qui nasce l'interessante proposta, rivolta ai numerosi immigrati del Mekhe presenti in Italia e riuniti dall'associazione ASCOMI (Association pour la solidarité et la Cooperation des Meckhois en Italie), di destinare una parte delle loro rimesse alla costituzione di un fondo d'investimento per la diffusione dell'energia solare nei villaggi. Una sfida che ha preso forma nel progetto "Latwan", avviato il 1° gennaio 2010, con un finanziamento del Comune di Milano.

Nel 2010 il programma sul solare conosce un nuovo, promettente sviluppo. Viene infatti costituita un'azienda pilota che ha l'obbiettivo di diffondere l'energia solare all'interno delle comunità rurali, offrendo ai clienti l'uso dello strumento del micro credito.
L'azienda che dà il nome al progetto si chiama Kayer, sigla ottenuta dal nome della regione Kayor e dalle iniziali di Energie Rurali.
Il progetto "Kayer" avviato dal nostro partner UGPM a Mekhé in Senegal , è stato tra i 30 vincitori del premio SEED del 2010, istituito dal Programma per l'Ambiente delle Nazioni Unite.(laura ferrari)

Il sole in Senegal può trasformarsi in una risorsa preziosa, se volete contribuire anche voi al progetto «Kayer» potete fare una donazione sul c/c postale n. 50342203 oppure online, collegandovi al sito www.fratellidelluomo.org

Fratelli dell'Uomo - Frères des Hommes è un'organizzazione non governativa di cooperazione internazionale nata in Francia nel 1965 e oggi presente anche in Italia (dal 1969), Belgio, Francia e Lussemburgo. Opera in Asia, America Latina e Africa con partner locali, promuovendo progetti nell'ambito dei diritti umani, della difesa dell'ambiente e dello sviluppo rurale, dell'economia locale, della sicurezza alimentare e dei processi di partecipazione democratica. In Italia e in Europa svolge un'azione di informazione, educazione e sensibilizzazione con l'obiettivo di favorire la crescita di consapevolezza e la diffusione di una cultura di solidarietà e cooperazione.
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