Investire in energia rinnovabile per creare nuovi posti di lavoro. E' questa una delle idee emerse ieri (24 gennaio) durante la conferenza 'L'energia per il lavoro sostenibile. La terza rivoluzione industriale' promossa dalla Confederazione insieme all'associazione Bruno Trentin.
Durante l'iniziativa è stato presentato il dossier dell'Istituto di ricerche economiche e sociali (IRES) della CGIL su 'Energia e lavoro sostenibile'.Secondo il dossier, in Italia, sarebbero 250 mila i posti di lavoro che l'energia rinnovabile potrebbe metterebbe a disposizione, con una predominanza delle biomasse, del fotovoltaico e dell'eolico.
Attualmente, fa sapere l'IRES, l'occupazione 'verde' nel settore delle fonti rinnovabili è, tra posti diretti e indiretti, nel nostro paese, di poco superiore alle 100 mila unità, ma, aggiunge il rapporto, "le prospettive di crescita lasciano presagire un'espansione di questi settori e della relativa occupazione verde".Energie rinnovabili, dunque, non significano solo incremento dell'occupazione, ma il loro utilizzo deve essere una vera e propria "scelta strategica" come nuovo motore per la terza rivoluzione industriale. Una sfida, sotto questo punto di vista, viene lanciata all'Italia da Jeremy Rifkin, economista e presidente della Foundation on Economic Trends, intervenuto alla conferenza. Rifkin ha invitato i sindacati e le piccole e medie imprese, a lavorare con il Governo e la società civile per fare dell'Italia la 'nave scuola' nel campo delle energie rinnovabili e per far sì che essa si ponga a capo della terza rivoluzione industriale. "Oggi - ha affermato Rifkin - l'Italia sta spostando la componente dell'economia sul piano dell'energia collaborativa, distributiva e cooperativa" questa, ha spiegato "è la forza della terza rivoluzione industriale".
Rifkin ha concluso ricordando che "non c'è tempo per essere pigri", l'Italia deve impegnarsi per mandare un messaggio al mondo.Ed è con una critica alle politiche messe in campo oggi dal Governo che Guglielmo Epifani, ex leader della CGIL e attuale presidente dell'Associazione 'Bruno Trentin' ha aperto il suo intervento, sostenendo che "la crisi può portare a cambiamenti positivi", ma oggi "stiamo perdendo l'occasione", riferendosi, in particolare, ma non solo, alla scelta del Governo di puntare sull'energia nucleare piuttosto che sulle rinnovabili.
Epifani ha illustrato alcune scelte di politica industriale necessarie per fare dell'Italia il volano del cambiamento: la ricerca, che 15 anni fa aveva fatto grossi passi avanti nel campo del fotovoltaico e del solare, ma "oggi, con i tagli del Governo siamo tornati indietro" ha detto Epifani; il cambiamento verso la Green Economy, nel campo dell'edilizia e dei trasporti, settori che consumano maggiormente energia; una politica di coordinamento maggiore, delle 'linee guida', "e qui - ha spiegato Epifani - ci vorrebbe un governo che avesse un'idea più forte della centralità e dell'importanza di questo settore". Il Presidente dell'associazione Bruno Trentin ha affermato che l'utopia che Rifkin promuove da 20 anni "è sempre meno un'utopia", infatti in tutto il mondo gli investimenti in energie alternative hanno raggiunto 243 miliardi di euro e crescono a tassi annui del 30%. Alla luce di questi dati, al termine della conferenza, Rifkin ed Epifani a nome dell'Associazione Bruno Trentin, hanno firmato un 'piano per le rinnovabili' che ha lo scopo di dare vita ad una terza rivoluzione industriale per generare crescita economica "sostenibile e responsabile verso il nostro pianeta" grazie all'unione di un nuovo modello energetico e dei modelli di comunicazione condivisa del web.
I due si sono impegnati a promuovere tra sindacati italiani ed europei, le associazioni di imprese e di cooperative e le amministrazioni locali un piano innovativo di produzione e utilizzazione dell'energia che ha per parole d'ordine la rinnovabilità, la collaborazione e l'efficienza. Un modello alternativo alle grandi centrali nucleari "vecchie e antieconomiche". Così come si producono e scambiano i contenuti sul web, potrebbe diventare possibile produrre in modo decentrato l'energia da fonti rinnovabili e condividerla attraverso un sistema di reti intelligenti.Secondo il Segretario Generale della CGIL, Susanna Camusso, intervenuta a conclusione dell'iniziativa "serve un nuovo piano energetico nazionale per il paese" perchè ha detto "non ci piace quello del governo basato sul nucleare che consideriamo un modello regressivo".
La dirigente sindacale ha affermato che 'energia' può essere la parola sotto la quale unire gli obiettivi che il nostro paese deve raggiungere, come: la conoscenza; la crescita dell'occupazione; l'equilibrio tra pubblico e privato. Ma per farlo, ha spiegato la leader della CGIL, è necessario ragionare anche del lavoro, perchè, dire che c'è una terza rivoluzione industriale e una nuova stagione, e che la qualità dell'innovazione determina anche quel salto specialistico che permette di uscire dalla crisi, ha detto Camusso "è sicuramente il tema che bisogna proporsi", ma insieme, ha consluso "dovrebbe far tornare a pensare che il lavoro è la molla di tutto questo".