"All'avanzare dell'età si collega il concetto di fragilità che, a sua volta, richiama le condizioni di disabilità, comorbilità e polipatologia. Il sistema sociosanitario viene pertanto chiamato a rispondere in maniera adeguata a questi mutamenti nell'assetto demografico della popolazione. La politica sanitaria si muove, oggi, nella direzione di un'assistenza continuativa che, basandosi su un'adeguata integrazione funzionale tra le componenti sanitarie ospedaliere e territoriali e tra i servizi sociali, assicuri la continuità dei servizi per gli anziani. Compatibilmente con le condizioni sanitarie, sociali e abitative del paziente, l'impegno del SSN è volto all'incremento delle cure domiciliari, per mantenere l'anziano nel proprio contesto, ricorrendo solo se necessario al ricovero". A sottolinearlo è il Ministro della salute Prof. Ferruccio Fazio, intervenuto a Roma, il 18 gennaio 2011, al sesto incontro dei Quaderni della salute dedicato alla definizione dei modelli assistenziali per il paziente anziano."La persona anziana - ha aggiunto il Ministro - non è da considerare solo una persona da assistere, ma una persona con proprie esigenze, le cui peculiarità derivano dall'interazione dell'organismo con l'ambiente e con le esperienze vissute nel corso degli anni.Lo stato funzionale dell'individuo non coincide con le sue patologie, ma è il frutto dell'interazione tra queste, con altri fattori quali condizioni economiche, sociali (isolamento e povertà), ambientali, neuropsicologiche e oggettive".L'Italia è fra i Paesi con la più alta percentuale di anziani. Il rapporto annuale ISTAT 2007 ha documentato che al gennaio 2007, su un totale di 59,1 milioni di persone, circa 12 milioni era di età superiore a 65 anni, pari al 19,9% della popolazione totale. Tra il 1980 e il 2005 la percentuale di ultrasessantacinquenni è aumentata del 50%, mentre quella di ultraottantenni di oltre il 150%. All'inizio degli anni ottanta la vita media era di circa 71 anni per gli uomini e di 77 anni per le donne. Attualmente, la vita media ha raggiunto i 77 anni per gli uomini e gli 83 anni per le donne.Il rapporto dell'ISTAT mostra inoltre che, tra la popolazione degli ultrasessantacinquenni, il 40% è affetto da almeno una malattia cronica, il 18% ha limitazioni funzionali nelle attività della vita quotidiana (disabilità), il 68% delle persone con disabilità presenta almeno 3 malattie croniche, l'8% è confinato in casa.Gli ultrasessantacinquenni risultano dunque essere i maggiori utilizzatori delle risorse sanitarie; condizione che ha indotto il Servizio Sanitario ad un'attenta riflessione circa la necessità di ripensare culturalmente e riconsiderare strutturalmente le prestazioni erogabili.La pubblicazione, curata dai migliori specialisti del settore, fornisce le strategie per riformare l'assistenza soprattutto in merito alla gestione della cronicità e alla prevenzione della disabilità. Si dà ampio spazio alla medicina geriatrica, per molti aspetti diversa da quella "tradizionale", che, tramite strumenti quali la Valutazione Multidimensionale Geriatrica (VMD) e l'intervento individualizzato globale, si prende a carico il paziente nella sua interezza, anche alla luce di comorbilità, disabilità e fragilità che lo caratterizzano.Nel volume si sviluppa, inoltre, una attenta analisi delle diverse realtà di assistenza e cura previste sul territorio, dall'Ospedale alle Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA), dai Centri diurni ai servizi di Assistenza Domiciliare Integrata (ADI). Inoltre, si individua nel Distretto l'ambito di gestione del percorso assistenziale, nel quale si colloca una nuova realtà, il Punto Unico di Accesso (PUA), che è il luogo fisico in cui viene ricevuta la domanda iniziale, viene coordinata l'erogazione dei servizi e vengono ospitate le figure responsabili delle equipe assistenziali."Bisogna fare in modo che l'anziano arrivi al termine della sua vita in buone condizioni e senza disabilità - sostiene il Ministro, che ha parlato a margine del convegno anche delle assistenza assicurata dalle badanti nell'ambito famigliare - Le badanti rappresentano attualmente una risorsa, che è bene gestire e mettere a norma. C'è infatti il progetto di lavorare in questa direzione, anche con politiche di cooperazione internazionale. Quella offerta dalle badanti è una forma di assistenza domiciliare integrata (Adi) che va potenziata, senza andare a perdere il supporto offerto alle famiglie dal personale straniero".A termine della presentazione del sesto Quaderno Fazio ha dichiarato che "esistono corsi di formazione di cui si stanno occupando i ministeri competenti dell'Interno e del Welfare, ma sicuramente esiste la necessità di regolarizzare tutte le attività della socioassistenza, affrontare il discorso della formazione e infine i rapporti con i Paesi d'origine degli immigrati, che svolgono nel nostro Paese questa attività, oggi aspetto importantissimo per la gestione dei non autosufficienti".