ROMA - Arriva sul tavolo del Consiglio dei ministri lo schema di Piano sanitario nazionale 2011-2013 per l'esame preliminare. Il documento è stato elaborato dal ministero della Salute, successivamente analizzato da un gruppo misto ministero e Regioni e approvato dalla Commissione salute. Tra gli obiettivi e le azioni per rendere il Sistema sanitario nazionale coerente, in termini di qualità, efficienza e corretto utilizzo delle risorse, il Psn si occupa, fra le altre cose, del numero dei medici.

"Considerando il numero medio di laureati in medicina e chirurgia per anno accademico- si legge nel documento- e la quota di questi che viene immessa annualmente nel Ssn, ci si aspetta, a partire dal 2012, un saldo negativo tra pensionamenti e nuove assunzioni". I professionisti sanitari, secondo quanto segnalato nel Piano, rappresentano la larga maggioranza delle risorse umane impiegate nel Sistema sanitario nazionale. Basti considerare che quasi il 70% dei circa 690.000 dipendenti del Ssn con contratto a tempo indeterminato, e' costituito da personale dirigente e del comparto afferente ai ruoli sanitari (circa 478.000 operatori tra medici, veterinari, odontoiatri, dirigenti sanitari non medici, personale infermieristico, della riabilitazione, tecnico-sanitario e di vigilanza ed ispezione).

In particolare, oltre l'80% del solo personale dei ruoli sanitari e' costituito da dirigenti medici e infermieri (circa 112.000 medici e 276.000 infermieri per un totale di 388.000 dipendenti). Si stima, inoltre, che la forbice tra uscite ed entrate nel Ssn tenderà ad allargarsi negli anni a seguire, data la struttura per età e il numero di immatricolazioni al corso di laurea in Medicina e Chirurgia.
E proprio per gestire questo fenomeno, che a breve potrebbe determinare una carenza di camici bianchi, il ministero della Salute ha richiesto un ampliamento dell'offerta formativa, ossia del numero delle immatricolazioni ai corsi di laurea in Medicina e Chirurgia già a partire dall'anno accademico 2008/2009. Tuttavia, tenendo conto che il percorso formativo di un medico si completa in circa 10 anni, occorrerà attendere il 2019 affinché il maggior numero di laureati/specializzati sia disponibile sul mercato del lavoro. In sintesi, ci si attende una carenza, dal 2012 al 2018, di 18.000 unità di personale medico nel Servizio sanitario nazionale e di circa 22.000 medici. Dal 2014 al 2018, in totale si passerà da 3,7 medici "attivi per 1000 abitanti a 3,5 medici 'attivi' per 1000 abitanti, contro una media europea di 3,1 medici attivi per 1000 abitanti".

Lo schema di Piano sanitario nazionale poi considera poi "prioritario, nell'ambito dei finanziamenti previsti nel programma straordinario di investimenti in sanità, la riqualificazione della rete ospedaliera, con la riconversione degli ospedali di piccole dimensioni e la loro trasformazione nei nuovi modelli di offerta territoriale sviluppati dalle Regioni tenendo conto delle indicazioni programmatiche nazionali". La trasformazione dei piccoli ospedali deve essere avviata, si legge nel Piano, "contestualmente al pieno funzionamento della rete dell'emergenza-urgenza; allo sviluppo del sistema delle cure domiciliari; alla disponibilità di strutture residenziali, in particolare per la riabilitazione e per gli anziani non autosufficienti".

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