ROMA - Oltre il 50% della spesa per la protezione sociale in Italia nel 2008 è stata destinata a coprire i bisogni del capitolo "vecchiaia". È questo il dato più significativo che emerge dall'analisi presentata dall'Istat e contenuta nel rapporto "Noi Italia", che attraverso 100 statistiche tematiche mette insieme "i diversi aspetti economici, sociali, demografici e ambientali del nostro Paese, della sua collocazione nel contesto europeo e delle differenze regionali che lo caratterizzano". O, più semplicemente, seleziona, "tra migliaia di dati che pubblichiamo, gli indicatori con cui sintetizzare la situazione del paese" (il dossier è disponibile all'indirizzo http://noi-italia.istat.it).

La spesa per la protezione sociale - che si declina nelle aree della previdenza, della sanità e dell'assistenza - racchiude in sé voci come vecchiaia, disoccupazione, casa, lotta all'esclusione sociale, infanzia, maternità e così via. Nel 2008 l'ammontare di questi costi ha assorbito il 27% del Pil, per un totale di 7 mila euro l'anno pro capite. Nel 2006, invece, lo stesso dato si fermava al 26,6%, collocando l'Italia poco sotto la media dei 27 stati Ue (26,9%), vicino al Regno Unito (26,4), ma dietro paesi come Francia, Svezia e Belgio (che investono rispettivamente il 31,1%, il 30,7% e il 30,1% del loro Pil). Sempre nel 2006, però, l'Italia con circa 6.700 euro annui pro capite si collocava in posizione intermedia e al di sopra della media Ue27 (fissata a 6.349 euro).

Se si analizza il bilancio nazionale - soffermandosi solo sulla spesa per prestazioni di protezione sociale per i diversi bisogni (che comunque rappresenta circa il 98% del totale) - emerge la predominanza della funzione vecchiaia (che assorbe oltre il 50%). Rispetto al 2002 questa voce di spesa ha registrato un leggero declino (circa mezzo punto percentuale), ma la sua incidenza sul Pil è comunque salita dal 12,6% al 13,5%. Al secondo posto si trova la voce "sanità e trasferimenti monetari in caso di malattia o infortunio" (26,5% delle prestazioni e 7% del Pil), in aumento di un punto dal 2002 al 2008. Si fermano invece rispettivamente al 9,5% e al 5,9% le funzioni "superstiti" e "invalidità" (che rappresentano il 2,5% e l'1,6% sul Pil). Supera di poco i due punti percentuali il dato relativo a "disoccupazione e altre forme di esclusione sociale" (2,3% del totale, 1,2% sul Pil) in lieve aumento dal 2002, che comunque corrisponde al 4,6% del totale della spesa per prestazioni di protezione sociale. (gig)

Partner della formazione

ConfiniOnline fa rete! Attraverso la collaborazione con numerosi enti profit e non profit siamo in grado di rivolgere servizi di qualità a costi sostenibili, garantendo ampia visibilità a chi supporta le nostre attività. Vuoi entrare anche tu a far parte del gruppo?

Richiedi informazioni