ROMA - Nel corso degli ultimi trent'anni il numero degli alunni con disabilità presenti nelle scuole italiane è cresciuto costantemente, fino a superare quota 130 mila: in Italia sembrano esserci "livelli elevati di inserimento", anche se è molto alto il numero di studenti disabili che ripetono gli anni di studio. Una situazione che in alcuni casi è indice di una difficoltà ad ottenere risultati concreti, con un "semplice prolungamento nel tempo del progetto riabilitativo dell'alunno con disabilità". A sostenerlo è l'Istat, che ha pubblicato oggi una statistica sull'integrazione scolastica degli alunni con disabilità nelle scuole primarie e secondarie di I grado, statali e non statali. Lo studio, relativo agli anni scolastici 2008/2009 e 2009/2010, è parte di un progetto finanziato dal Ministero del Lavoro e Politiche Sociali in collaborazione con il Ministero dell'Istruzione: oltre 20mila le scuole che hanno risposto al questionario informativo del 2009 e quasi 23500 quelle che l'hanno fatto nel 2010.
L'Istat fa presente che l'integrazione scolastica va aldilà del mero aumento di iscritti nelle scuole, ma che l'aumento nel corso del tempo è comunque evidente: nella scuola primaria, se venti anni fa (1989/90) erano l'1,7% degli iscritti, oggi sono il 2,6% (da 54 mila a 73 mila); nella scuola secondaria, se due decenni fa i disabili erano l'1,9% del totale degli alunni, oggi sono il 3,3% (da 45 mila a 59 mila). Più maschi che femmine sui banchi: le alunne in entrambi gli ordini rappresentano solo un terzo del totale degli alunni disabili (nell'ex scuola elementare sono 32,6% e nella ex scuola media il 37,3%). L'elevato livello di ripetenza fra i disabili è evidenziato anche dalla loro età media: intorno ai 9,7 anni nella scuola elementare e di 13,5 anni per le medie. "Questi dati - scrive l'Istat - evidenziano un elevato livello di ripetenza nella popolazione con disabilità, fenomeno negativo in quanto, in alcuni casi, testimonia un semplice prolungamento nel tempo del progetto riabilitativo dell'alunno con disabilità, soprattutto in mancanza di servizi territoriali capaci di prendere in carico tali persone".
Ma che disabilità hanno gli alunni? Nella primaria, il 40% ha un ritardo mentale, il 14,3% ha una disabilità motoria, circa il 5% ha problemi di vista e il 6% ha problemi di udito. Cifre simili nella secondaria, con il 43% di ritardo mentale, l'11% di problemi motori, il 4,4% di vista e il 6% di udito. Oltre queste tipologie, però, si segnala una forte presenza di altri tipi di disturbo: il disturbo specifico nell'apprendimento interessa il 26,4% degli alunni della primaria (e il 34% della secondaria), un disturbo specifico del linguaggio si riscontra nel 25,8% dei disabili iscritti alla primaria (è il 18% nella secondaria), mentre un disturbo generalizzato dello sviluppo è segnalato per il 17% degli alunni della primaria (e il 12% della secondaria). Rilevanti anche le percentuali sui disturbi dell'attenzione (26% e 24%), sui disturbi affettivi relazionali (24% e 20%) e sui disturbi comportamentali (17,5% e 17,4%).
Il 95% degli alunni con disabilità, in entrambi gli ordini scolastici, ha una diagnosi funzionale (la punta al sud con il 97%), mentre si ferma all'85% la percentuale di alunni con un profilo dinamico funzionale (assente al Centro e al Nord nel 17,1% e nel 18,7% dei casi). Per il programma educativo individuale, le percentuali aumentano nuovamente sia per la scuola primaria (valori superiori al 93%) sia per la scuola secondaria (sopra il 96%). Quanto alla certificazione, invece, nella primaria il 72,7% ha solo quella di disabilità (legge 104/92), il 13,8% ha sia questa che quella di invalidità, l'1,7% ha solo la certificazione di invalidità (legge 118/71), e l'11,8% non ha alcuna certificazione (nella secondaria, le percentuali sono simili: 66,8%, 13,1%, 2,4% e 17,7%). Infine, i dati sull'utilizzo di un trasporto scolastico per recarsi in classe: circa i tre quarti degli alunni non ne fa uso, mentre la restante quota può avvalersene. Sono soprattutto i comuni, in questi casi, a fornirli, con quote che vanno dal 17,7% nella primaria al 20,9% nella secondaria. Più limitata la portata del servizio di trasporto fornita da altri enti locali (1,2% e 1,6%) o da altri soggetti (4,4% e 6,3%).