«Un quadro avvilente, che deturpa l'immagine delle donne e dovrebbe indignare tutto il Paese». E' amaro il commento della neo-responsabile del Coordinamento Donne delle Acli, Agnese Ranghelli, alle vicende che stanno investendo in queste ore la politica italiana, che riguardano storie di sfruttamento di giovani donne, addirittura minorenni, e ipotesi gravi di reato.

«Ci indigna e dovrebbe indignare tutti - afferma la responsabile delle donne delle Acli - la riproposizione di un modello femminile legato esclusivamente allo sfruttamento e alla mercificazione del corpo, che deturpa l'immagine delle donne, in spregio alle tantissime giovani che portano avanti con dignità la loro vita, alle donne che ogni giorno, faticosamente e onestamente, lavorano per aggiungere valore alla nostra società. In spregio anche alla storia del nostro Paese, nell'anno in cui celebriamo il suo 150° anniversario, e ripensiamo al percorso difficile di emancipazione compiuto dalle donne e al contributo decisivo che hanno dato all'Italia e alla democrazia».

«Preoccupano soprattutto le ricadute sul piano educativo - insiste Agnese Ranghelli - con la proposizione ossessiva di un modello, che è poi quello predominante in tanta televisione, fondato sull'apparire, sul successo e sui soldi, ottenuti non importa come. Sembriamo tornate all'anno zero. Ed il silenzio e la sottovalutazione di questo aspetto da parte delle donne impegnate in politica, con incarichi di governo, provoca angoscia e inquietudine».

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