Secondo la fonte governativa Xinhua il 5 ottobre sono morte 14 persone in una miniera nella provincia dello XinJiang, a ovest di Pechino, il 14 novembre nella Mongolia interna i morti sono stati 16, sempre per l'esplosione di una miniera vicino alla città di Wu Hai, il 5 febbraio nella provincia dello Shanxi hanno invece perso la vita 23 uomini, mentre altri 53 sono rimasti feriti. Le regioni più colpite sono quelle più ricche di giacimenti di carbone: Liaoning, Anhui e Shanxi. Ma di fatto si tratta di un male comune all'intero paese. Le miniere cinesi producono in media 321 tonnellate di carbone all'anno. Una quantità esigua se si pensa che rappresenta appena il 2,2 % di quello prodotto negli Usa e l'8,1% di quello del Sudafrica. La media delle morti per 100 tonnellate di carbone, però, è 100 volte superiore rispetto agli Usa e 30 volte rispetto al Sudafrica. Dall'Impero di mezzo in molti vogliono denunciare una situazione divenuta insostenibile. Comprensibilmente però, senza comparire con il proprio nome in un articolo di denuncia.
La stessa storia
Per provare a capire il perché di questi disastri basta analizzare la peggiore sciagura mineraria degli ultimi anni, quella del 14 febbraio dello scorso anno avvenuta nel Liaoning. Nella miniera di Sun Jia Wan hanno perso la vita 214 minatori, 30 sono stati feriti e i danni economici stimati ammontano a circa 55 milioni di euro. Dopo l'incidente i più alti membri del Partito comunista cinese - il segretario generale Hu Jintao, il premier Wen Jiabao, il vicepremier Huang Ju e il membro del Consiglio di Stato Hua Jiangming - hanno deciso di concentrare gli sforzi per combattere il dilagare di questo fenomeno. Hua Jiangming, recatosi sul luogo per dare conforto alle famiglie, viene incaricato della direzione delle squadre di soccorso e del coordinamento del gruppo di lavoro chiamato a investigare sulle cause dell'incidente. Secondo la sua relazione le cause sono state «l'ostruzione dei condotti dell'aria esistenti e la mancanza di sufficienti condotte per l'aereazione nelle nuove aree di produzione della miniera». Questo ha determinato la concentrazione, oltre il limite di sicurezza, di gas nell'aria. Una volta superato il limite di guardia, il sistema di sicurezza ha fatto scattare l'allarme, ma nonostante abbia suonato per undici minuti, l'elettricità non è stata interrotta. Mentre un lavoratore dell'impresa di manutenzione stava lavorando su una presa elettrica si sono formate le scintille che hanno causato l'esplosione.
Profitti senza diritti
Ma sono le cause indirette di questo incidente a fare da denominatore comune a tutti i disastri, poiché si verificano spesso nelle miniere di carbone cinesi. La prima, la più ricorrente, è dovuta alla sete di denaro dei proprietari delle miniere, che ordinano di alzare il livello di produzione non curandosi affatto degli standard di sicurezza. È proprio il caso della miniera di Sun Jia Wan, dove le condotte dell'aria nei tunnel erano state diminuite per creare nuove gallerie di collegamento e aumentare così le aree di produzione. Un progetto realizzato senza tener conto dei parametri di sicurezza e senza attenersi ai progetti di ampliamento e rinnovo approvati sulla carta. Un altro problema è quello del ricorso ai subappalti per i lavori di manutenzione. Nelle miniere di Stato con produzione in larga scala, così comuni in Cina, è una pratica frequente, che crea disordine nella gestione. È andata così nella miniera di Sun Jia Wan: la grande mole dei lavori di manutenzione dei sistemi di sicurezza e i lavori di routine e monitoraggio erano stati appaltati a un'altra ditta, frammentando il personale. Tanto che nel momento in cui è scattato l'allarme, i lavoratori dell'impresa di manutenzione erano ancora al lavoro sui cavi elettrici.
Conflitti di interesse
Il problema profondo risiede però nella collusione tra il pubblico e il privato che si è venuta a creare in Cina. «I membri degli apparati governativi che dovrebbero esercitare il controllo e la supervisione necessari a mettere in atto le norme di sicurezza nel lavoro sono gli stessi che gestiscono il business del carbone» scrive il 13 giugno 2005 il direttore del Dipartimento nazionale di monitoraggio e gestione della sicurezza nel lavoro, Li Yi Zhong, uno dei pochi uomini di governo che ha lottato per i diritti dei lavoratori delle miniere di carbone cinesi. In particolare Li Yi Zhong sottolinea il caso della miniera di Qi Tai He, gestita dal fratello del vicedirettore del Dipartimento, denunciando con toni aspri la collusione di molti uomini di Stato con i direttori delle miniere.
Problema di regole
Esiste inoltre il limite della regolamentazione giuridica nelle miniere, pressochè inesistente e comunque molto arretrata rispetto ai paesi industrializzati. Per quel che riguarda la miniera di Sun Jia Wan, ad esempio, il presidente della regione del Liaoning nel maggio 2003 ha riportato al Dipartimento di monitoraggio sulla sicurezza nelle miniere la Relazione sulla situazione dei sistemi di sicurezza nella miniera di Sun Jia Wan in cui denunciava gli scarsi livelli delle tecnologie di monitoraggio nella miniera. Come spesso accade i suggerimenti sono rimasti lettera morta. E intanto in miniera si continua a morire.