Il terzo settore, per riacquisire il suo valore, ha bisogno di un nuovo vento di legalità e trasparenza, che solo un controllo capillare può garantire. La Guardia di Finanza ha avviato nei giorni scorsi un'inchiesta per truffa aggravata nei confronti di una onlus di Lecce, Angeli Azzurri. Secondo l'accusa, l'associazione avrebbe destinato solo il 5% dei finanziamenti ottenuti realmente allo scopo dichiarato: l'assistenza ai bambini malati. Il presidente dell'associazione (che ha diramazioni in varie regioni d'Italia), un uomo di 63 anni di Taranto, è indagato per truffa aggravata in concorso con altre persone.
L'uomo ha precedenti penali sempre per truffa. Secondo le verifiche dei finanzieri, tra il 2005 e il 2008 l'associazione avrebbe raccolto 532.000 euro con versamenti su conti correnti bancari e con salvadanai esposti in moltissime attività commerciali ma avrebbe destinato solo 28.500 euro allo scopo grazie al quale aveva ottenuto i finanziamenti. Quest'episodio è l'ennesima dimostrazione degli effetti negativi che produce l'assenza di controllo dello Stato sul terzo settore.
Le truffe inoltre gettano ombre anche poi su chi, come Reach Italia, che opera da oltre ventidue anni con trasparenza. Non sono le chiacchiere a dimostrarlo, ma i fatti perché Reach Italia è certificata dall'Istituto Italiano della Donazione, strumento di autocontrollo delle ong. In assenza del monitoraggio da parte degli organi dello Stato, Reach Italia, come altre associazioni (ben poche rispetto alle tante realtà esistenti), ha chiesto la certificazione dell'uso chiaro e trasparente dei fondi raccolti, ottenendo buonissimi risultati. Bisogna promuovere l'Istituto Italiano della Donazione, unico strumento esistente nella "giungla" delle speculazioni compiute sul denaro delle persone che vogliono aiutare chi è in difficoltà. Consigliamo anche alle persone di non fare di "tutt'erba un fascio", di non pensare: "tanto rubano tutti", ma di sostenere solo le realtà col marchio IID. In questo caso i soldi saranno in mani sicure.
La Redazione