Al seminario della Difesa del Suolo organizzato a Torino da Italia Nostra il 30 novembre 1996, Floriano Villa, allora Presidente Nazionale, diceva:

" In un Paese fornito dalla natura, oltre a doti geografiche e paesaggistiche uniche al mondo, di una struttura geologica e geomorfologica particolarmente delicata, appare veramente incredibile che non si sia sentita la necessità di seguire la strada tracciata con mirabile intuito da Quintino Sella nel 1873 quando istituì il Servizio Geologico d'Italia.

Senza indulgere ad inutili emotività o favoritismi ideologici dovuti a deformazione professionale, bisogna obiettivamente riconoscere che i problemi di base della Difesa del Suolo nel nostro paese sono legati alla sua costituzione geolitologica e alla sua conformazione geomorfologica. Di fronte a questa prima constatazione assume un valore essenziale il ruolo che avrebbe dovuto avere , e che purtroppo non ha avuto, il Servizio Geologico Nazionale.


Per esaminare compiutamente tutte le problematiche relative alla difesa del suolo debbono essere esaminati, nell'ordine gli aspetti riguardanti: a) le caratteristiche geonaturali della Penisola, b) le strutture che nello Stato si occupano di un problema di così vitale importanza, e le loro carenze, c) le normative in vigore ed infine d) le prospettive e le necessità di indole strutturale, economica e politica."


Sono passati oltre 10 anni e questa impostazione del problema è sempre attuale. I miglioramenti della situazione sono stati limitati, alcuni interventi legislativi hanno portato sicuramente ad una maggiore conoscenza delle problematiche dovute ai rischi idrogeologici, come la legge 183 che ha dettato norme per il riassetto organizzativo e funzionale della difesa del suolo e le varie normative relative alle costruzioni in zone  sismiche.

Italia Nostra ha costituito un gruppo di lavoro  per tener conto degli aspetti indicati, realizzando un'attenta e dettagliata analisi di quanto è stato fatto e di quanto deve essere impostato per migliorare la sicurezza del suolo, non solo di fronte alle cosiddette catastrofi naturali, ma anche e soprattutto per raggiungere la pratica della prevenzione.

Gli strumenti necessari per un buon uso del suolo sono da individuare nel mantenimento e nel rafforzamento delle Autorità di Bacino, nel controllo geomorfologico del territorio e dell'uso del suolo e nella corretta definizione delle fasce di pertinenza fluviale e delle aree soggette a frana.

Come più volte e in varie occasione è stato proposto, è necessario che in ogni comune sia predisposta e redatta la Carta del Rischio per conoscere la vulnerabilità delle abitazioni, delle infrastrutture e dei monumenti da tutelare.

Si tratta di un progetto finalizzato a fornire lo strumento di supporto all'attività scientifica e amministrativa per un'attenta valutazione del degrado e del rischio che gli eventi naturali possono portare e in effetti portano alle persone, agli edifici e ai beni culturali esistenti in Italia.

E' necessario verificare con un dettagliato censimento quello che è già stato fatto e di proporre le iniziative necessarie a scongiurare una volta per tutte le disastrose conseguenze sulle costruzioni, i danni economici, i disagi ai residenti e soprattutto la perdita di vite umane.

In occasione delle frane che sono avvenute nel Messinese l'anno scorso era stato verificato che 5600 comuni erano a rischio idrogeologico, di cui 1700 a rischio frana e 1300 a rischio di alluvioni e 2600 a rischio sia di frana che di alluvione.

Le cause, oltre che naturali, sono dovute all'abusivismo, al disboscamento, agli incendi e infine all'urbanizzazione selvaggia e senza regole. Ad un anno di distanza altre frane, altre alluvioni, altre distruzioni, altre vittime. Bisogna abituarci a tutto questo?

E' accettabile che il nostro territorio, fragile per sua natura, dopo un'intensa precipitazione meteorica,  peraltro sempre prevedibile, debba essere così gravemente danneggiato, senza colpire chi avrebbe dovuto prevenire, controllare e impedire?

Sono domande che ci siamo già fatti e le risposte purtroppo sono sempre le stesse.
Giovanni Gabriele

geologo e consigliere nazionale di Italia Nostra

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