Roma -- Un anno fa, il 12 gennaio 2010, Haiti  fu devastata dal più grande terremoto degli ultimi 200 anni. La comunità umanitaria lanciò una vasta operazione di soccorso per rispondere ai bisogni immediati di chi era rimasto senza casa e senza cibo. Il WFP consegnò aiuti alimentari urgenti ai sopravvissuti.

Con l'avvio della ricostruzione, l'obiettivo dell'intervento è mutato, rispondendo ora non solo ai bisogni di breve termine ma anche alla sfida di lungo periodo. A dodici mesi dal terremoto, il WFP sta ora aiutando Haiti a diventare autosufficiente dal punto di vista alimentare e meglio equipaggiata ad affrontare eventuali disastri naturali. Compito non facile, che prevede l'impegno di diversi settori. L'assistenza alimentare, tuttavia, gioca un ruolo chiave, come dimostrano le quattro storie qui pubblicate.

  • Marie. "Il cibo aiuta a studiare e ad andare a scuola".

Marie Anika ha otto anni e, da grande, vuole lavorare in banca. Al momento, però, vive con i suoi genitori e sua sorella a Port-au-Prince, in una tenda nel luogo dove prima si trovava la loro casa, su una collina da cui si vede la Scuola Rosalie Javouhey. Il terremoto ha ucciso 21 alunni che frequentavano quella scuola e danneggiato o distrutto molte classi. Ciò nnonostante, Marie non ha smesso di frequentare le lezioni grazie ai pasti che riceve ogni giorno a scuola. Infatti, come molti altri studenti, Marie non sempre trova un pasto a casa perché i suoi genitori non hanno la possibilità di comprare il cibo. Gli ingredienti dei pasti a scuola - riso, fagioli e olio - sono forniti dal WFP come parte del suo contributo al Programma Nazionale di Pasti Scolastici, gestito dal governo. L'ordine religioso che gestisce la scuola aggiunge, quando può, della carne, del pesce o delle verdure. I pasti sono preparati in una piccola cucina dal tetto di lamiera, che si trova sul retro della scuola.

Per evitare il rischio di contrarre il colera, i bambini vengono messi in fila per lavarsi le mani con acqua e sapone. Il cibo è servito dal personale scolastico, aiutato qualche volta dai bambini stessi, a metà mattina. Le razioni sono consegnate alla scuola da un'organizzazione non governativa, la BND, una dei 25 partner locali ed internazionali che collaborano con il WFP al suo programma di alimentazione scolastica ad Haiti. "I bambini sarebbero troppo deboli per studiare, se non mangiassero qualcosa a scuola ", dice sorella Bernadette, la preside della scuola. "E' importante per loro trovare un pasto a scuola, molti di loro vengono da famiglie molto povere". L'obiettivo del WFP è di sfamare oltre un milione di studenti, nel corso di quest'anno scolastico. Inoltre, alcuni bambini ricevono anche delle razioni da portare a casa.

  • Cassandre. "Questo lavoro significa molto per me". 

E' un lavoro duro, rimuovere le macerie sotto un sole cocente ma Cassandre Chery, 28 anni, è contenta di farlo. E' rimasta senza casa dal giorno del terremoto e dice che c'è poco lavoro ad Haiti. Con il denaro che guadagna aiutando a ricostruire il suo paese, può comprare il cibo e far andare i suoi bambini a scuola. "Questo lavoro significa molto per me", spiega Cassandre che insieme ai suoi due bambini vive in una tenda dal giorno del terremoto. "Mi ha aiutato a pagare le rette scolastiche e a dar da mangiare alle mie due figlie." Il lavoro di Cassandre rientra in uno dei 30 progetti di "Cibo in cambio di lavoro" e di "Contante in cambio di lavoro" gestiti dall'organizazzione non governativa World Vision e finanziati dal WFP nel 2010. Il gruppo di lavoro di Cassandre conta oltre 200 tra uomini e donne impegnati a sgomberare macerie dalle strade e a ripulire i canali di scarico.

Cassandre e la sua famiglia erano sulla soglia di casa, quando la violentissima scossa sismica ha colpito Haiti. Un masso è caduto sul piede di Cassandre, rompendolo, ma a parte questo incidente, non ci sono state altre vittime nella sua famiglia. Non sono però riusciti a mettere molto in salvo, dalle rovine della loro casa, solo una sedia a dondolo, alcuni abiti e un televisore portatile che comunque non possono accendere per mancanza di elettricità nel campo dove ora vivono.

Il governo di Haiti stima che il terremoto abbia prodotto oltre 20 milioni di tonnellate di macerie e che ci vorranno anni per sgomberare completamente le strade. Tuttavia, poco a poco, strada per strada, le squadre come quella di Cassandre svolgono una funzione essenziale.

  • Farah. "Una pasta d'arachidi nutritiva". 

Al momento del terremoto, Farah si trovava con sua figlia Nephtalie a lavare la biancheria nel cortile della sua casa di Port-au-Prince, vicino al mare. Sono riuscite a fuggire ma non suo marito, che è morto, sepolto dalle macerie della casa. "Ero impazzita", ricorda ora. "Continuavo ad urlare. Non sapevo cosa fare". Meno di un mese dopo la sua morte, la ventunenne Farah ha dato alla luce la loro seconda bambina, Beina. Farah e le sue bambine sono andate avanti, le prime settimane, grazie all'aiuto di amici e alle razioni di cibo del WFP. Ma non è stato facile. Farah trova però conforto nel sapere che le sue bambine ricevono regolarmente dal WFP una razione alimentare chiamata  Supplementary Plumpy. Si tratta di una pasta d'arachidi molto nutriente e adatta ai bambini più piccoli. 

  • Jean Claude. "Progetto pilota di latte fresco nelle mense scolastiche".

Un gruppo di produttori haitiani di latte fornisce le scuole di Port-au-Prince con latte fresco, grazie a un progetto pilota lanciato dal WFP. Il progetto aiuta i produttori a vendere sul mercato locale il latte mentre fornisce ai bambini che ricevono i pasti scolastici del WFP una fonte preziosa di vitamine e minerali. Jean Claude Belizaire è l'uomo ideale per i progetti del WFP di sostegno alle produzioni locali. E' un produttore di latte che possiede dieci mucche e un piccolo appezzamento di terreno alla periferia della capitale.  E' ,infatti, grazie a produttori come lui che il WFP ha potuto introdurre il progetto pilota di fornire anche il latte nei programmi di alimentazione scolastica che gestisce in collaborazione con il governo haitiano. Oltre al latte prodotto dalle sue mucche, Jean Claude raccoglie altro latte dalle fattorie vicine e lo porta in contenitori di plastica al caseificio di Bon Repost, uno dei 13 che appartengono alla cooperativa di piccoli produttori haitiani Let Agogo.

"E' un bel sistema per i produttori come me", dice Jean Claude che viene pagato una cifra aggiuntiva per raccogliere il latte. "E' stato un anno difficile ma almeno i produttori di latte hanno ora un mercato sicuro dove portare il loro prodotto". Oltre alla razione di cibo caldo che i bambini ricevono ogni giorno, circa 17.700 bambini di 48 scuole ricevono anche due bottiglie di latte a settimana.

Partner della formazione

ConfiniOnline fa rete! Attraverso la collaborazione con numerosi enti profit e non profit siamo in grado di rivolgere servizi di qualità a costi sostenibili, garantendo ampia visibilità a chi supporta le nostre attività. Vuoi entrare anche tu a far parte del gruppo?

Richiedi informazioni