Il nuovo anno si è aperto come si era chiuso il precedente. Con nuove stragi di cristiani, dalla Nigeria ad Alessandria d'Egitto.
Mentre non fanno più notizia le vittime nelle moschee irakene e in altre parti del mondo, tanto frequente è l'utilizzo malato dell'identità religiosa per colpire i propri avversari.
Ma la follia omicida, spesso opera di giovanissimi e adolescenti è un segnale di come il fondamentalismo sia una minaccia per tutte le religioni e una semplificazione terribile in un mondo in crisi e bloccato da un decennio di guerra e di crescita della violenza diffusa. Occorre rilanciare il dialogo e una cultura e una pratica della convivenza, oltre la rassegnazione e l'indifferenza alle notizie del terrore. Roma può essere un esempio internazionale di cultura dell'amicizia e della convivenza tra religioni e culture, a difesa di tutte le vittime del terrorismo fondamentalista.
Una manifestazione pubblica della società civile, delle associazioni di ispirazione religiosa, cristiani, ebrei, musulmani è il segno di una reazione morale e pratica, che impegna a costruire una città aperta a tutti.
Il sostegno ufficiale del Campidoglio mostra come al dialogo è legata la stessa identità della città di Roma e il suo significato nel mondo.