ROMA - Aveva una disabilità mentale, era obeso e avrebbe finito di scontare la sua pena, per piccoli reati, il 31 dicembre 2011. E' morto nel carcere di Sanremo uno dei circa 500 disabili detenuti nelle carceri italiane. Si chiamava Fernando Paniccia, era di Frosinone, aveva 27 anni ma - raccontano le cronache - "ragionava come un bambino di 3 anni". Invalido al 100%, affetto da ritardo mentale, epilettico e semi-paralizzato, pesava 186 chili. Era entrato in carcere per la prima volta a 19 anni, per il furto di tre palloni di cuoio in una palestra, e da allora era stato più volte arrestato per piccoli reati di cui - sottolinea l'Osservatorio permanente sulle morti in carcere- probabilmente non era nemmeno consapevole, poiché la sua capacità di comprensione era quella di un bambino di tre anni. E' morto verosimilmente in seguito ad un arresto cardiaco.
Salgono così a 171 i detenuti morti nel 2010, di cui 65 per suicidio, gli altri per cause "naturali". Permangono drammatici ormai da anni i dati sul sovraffollamento penitenziario, che conta quasi 70 mila detenuti a fronte di una capienza di poco meno di 50 mila detenuti. I dati su disabili e carceri del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria (DAP), riguardanti la disabilità motoria e sensoriale, risalgono al dicembre 2008. La regione italiana con il maggior numero di detenuti disabili risulta essere la Lombardia: alla fine del 2008 negli istituti di pena della regione risultavano reclusi 121 detenuti con disabilità fisica e motoria, di cui 13 a San Vittore e 82 a Opera. Fra le regioni più "affollate" anche la Campania con 96 detenuti, il Lazio (51), le Marche (34, di cui 28 ipovedenti detenuti nella struttura di Fossombrone) e la Toscana (31). Seguono Sicilia (34), Piemonte e Valle d'Aosta (23), Veneto, Trentino e Fvg (20), Puglia (17), Emilia-Romagna (16), Sardegna (16), Calabria (14), Umbria, Abruzzo-Molise, Liguria (tutte con 3 detenuti) e, infine, Basilicata (1). A Fossombrone, nelle Marche, sono detenuti 28 ipovedenti. Nel dicembre del 2008 nelle carceri italiane erano presenti 483 detenuti con disabilità motoria o sensoriale. Questo il dato più recente sulla presenza della disabilità in carcere in possesso dell'Ufficio Servizi sanitari del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria. Un'identica rilevazione per il 2009 manca: "Le schede destinate alla compilazione erano state inviate anche lo scorso anno alle direzioni degli istituti di pena - spiegano dall'ufficio - ma l'indagine non è stata realizzata".
La normativa in vigore stabilisce che la malattia e la disabilità non sono incompatibili con la detenzione, e così accade spesso che si varchino le porte del carcere. Ad essere applicato spesso è l'articolo 47 ter dell'Ordinamento Penitenziario, relativo alla detenzione domiciliare che stabilisce che "la pena della reclusione non superiore a quattro anni, anche se costituente parte residua di maggior pena, nonché la pena dell'arresto, possono essere espiate nella propria abitazione o in altro luogo di privata dimora ovvero in luogo pubblico di cura, assistenza o accoglienza, quando trattasi di persona in condizioni di salute particolarmente gravi, che richiedano costanti contatti con i presidi sanitari territoriali".