Anche quest'anno proponiamo alle comunità riferimenti e proposte per l'animazione del "mese della pace". Il punto di riferimento essenziale è il Messaggio del Papa per la Giornata Mondiale della Pace 2011: "Libertà religiosa, via per la pace".
Un messaggio che, come esplicitamente richiamato dal titolo, pone l'accento sul tema della libertà religiosa e sul suo stretto legame con la costruzione della pace. Ciò, mentre nel mondo si registrano diverse forme di limitazione o negazione della libertà religiosa, di discriminazione e marginalizzazione basate sulla religione, fino alla persecuzione e alla violenza contro le minoranze.
Nella scelta del tema da parte di Benedetto XVI, ha senz'altro influito il fatto che, come di recente ha fatto notare il rappresentante del Vaticano all'Onu, Celestino Migliore, sono i cristiani il gruppo religioso più perseguitato e discriminato al mondo, visto che il 75% delle violenze contro esponenti religiosi colpiscono proprio i credenti in Cristo.
Tuttavia, come viene sottolineato nel comunicato della sala Stampa vaticana che presenta il Messaggio, la libertà religiosa non è citata come un «valore cristiano», ma come qualcosa che ha a che fare con la verità sull'uomo. E dunque la Chiesa cattolica ha a cuore la salvaguardia della libertà di ogni religione, non solo dei cristiani. La libertà religiosa, essendo radicata nella stessa dignità dell'uomo, ed orientata alla ricerca della «immutabile verità», si presenta come la «libertà delle libertà». La libertà religiosa è quindi autenticamente tale quando è coerente alla ricerca della verità e alla verità dell'uomo.
Come ha affermato lo stesso Benedetto XVI all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite: «I diritti umani debbono includere il diritto di libertà religiosa, compreso come espressione di una dimensione che è al tempo stesso individuale e comunitaria, una visione che manifesta l'unità della persona, pur distinguendo chiaramente fra la dimensione di cittadino e quella di credente» (Discorso all'Assemblea delle Nazioni Unite, 18 aprile 2008).
«È inconcepibile - ha rimarcato Benedetto XVI nella stessa occasione - che dei credenti debbano sopprimere una parte di se stessi - la loro fede - per essere cittadini attivi; non dovrebbe mai essere necessario rinnegare Dio per poter godere dei propri diritti. I diritti collegati con la religione sono quanto mai bisognosi di essere protetti se vengono considerati in conflitto con l'ideologia secolare prevalente o con posizioni di una maggioranza religiosa di natura esclusiva» (Discorso alle nazioni Unite, cit.). L'uomo non può essere frammentato, diviso da ciò che crede, perché quello in cui crede ha un impatto sulla sua vita, sulla sua persona e sul contributo che può dare al cammino della società, nonché alla costruzione di autentiche relazioni di pace tra popolazioni che pure vivono esperienze religiose diverse... Per questo: «Libertà religiosa, via per la pace».
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