Quando il dito indica la luna lo stupido guarda solo il dito. Anche al proverbio c'è un'eccezione.
Nell'immagine di Gasparri che solleva il dito medio in direzione di Fini, la volgarità dell'attuale maggioranza è ben simboleggiata in quel gesto. In un centro blindato stile Genova 2001, con i defender posti di traverso agli imbocchi di strade e piazze, è andata in scena la ?fiducia ritrovata' di Berlusconi. Al Senato era prevista, alla Camera la differenza l'hanno fatta i voti dei tre più famosi transfughi (Calearo, Cesario, Scilipoti) e qualche defezione tra i finiani, tra cui spicca quella di Catia Polidori, cugina del proprietario del Cepu, la cosiddetta università telematica beneficiaria della legge Gelmini, mentre Moffa si è reso irreperibile. «Vittoria di Pirro» hanno commentato i finiani delusi. Più realisticamente la Lega ha dichiarato «o si allarga la maggioranza o si vota», come dire: non tutti si possono comprare. Di certo così non si governa perché l'aritmetica non basta. Il senso politico della giornata suggerisce che la fine della legislatura è più prossima di prima. Ma Berlusconi ha acquisito un vantaggio non da poco. Sarà lui a gestire la sfida elettorale da una posizione di maggior forza o di minore debolezza se si preferisce. Il che ribadisce una verità che dovrebbe essere ormai ben nota: il berlusconismo non si sconfigge solo nel cielo della politica ma nella società, dove purtroppo ha lungamente scavato. Vedere uniti metalmeccanici, studenti, precari, terremotati, cittadini democratici sfilare pacificamente per le strade di una città vietata è l'altra faccia della politica. Quella che preferiamo.
Non possiamo consentire che le gesta isolate di pochi violenti ne oscurino il valore.

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