Nelle sale "We want sex", la commedia che racconta la protesta delle operaie della Ford di Dagenham che portò all'emanazione dell'Equal Pay Act, la legge diventata modello per tutte le normative europee sull'equità salariale. Un film molto attuale viste le disparità di trattamento tra uomini e donne ancora oggi esistenti nell'UeROMA - Quando incrociarono le braccia per la prima volta, le 187 operaie della Ford di Dagenham in Gran Bretagna, di certo non sapevano che con quel gesto stavano entrando nella storia. I venti giorni di sciopero delle lavoratrici della più grande fabbrica inglese del colosso automobilistico statunitense ( che dava lavoro a 55mila uomini e 187 donne) fu infatti la prima battaglia sindacale femminile. Una lotta che portò il governo inglese a emanare nel 1970 una legge, l'Equal Pay Act, diventata poi un modello per tutte le normative europee in tema di parità salariale. La storia di questa rivendicazione tutta al femminile è raccontata nel film diretto Nigel Cole "We want sex", nelle sale italiane da venerdì scorso. Una commedia brillante,che mescola la serietà del tema a una travolgente ironia. A partire dal titolo, ispirato a una scena del film. Durante la loro prima manifestazione, le operaie srotolano goffamente lo striscione "We want sex equality"'e ne rendono visibile solo una parte: "vogliamo sesso", scatenando l'ilarità degli uomini presenti.La storia. La trama del film, ispirata alla storia vera dello sciopero del '68, è incentrato sulla figura di Rita O'Gray (nella realtà mai esistita) che quasi per caso si trova a capeggiare la rivolta delle lavoratrici. Tutto ha inizio quando le donne, impiegate nella cucitura dei rivestimenti interni delle macchine, si vedono negare la qualifica di operaie specializzate. Decidono allora di entrare per la prima volta in sciopero per 24 ore. Una decisione, snobbata dalle alte sfere dell'azienda, che non sortirà alcun effetto. Capiscono allora che la questione è ben diversa e che bisogna lottare per l'equiparazione dello stipendio delle donne a quello maschile. A questo punto la lotta si fa dura, le operaie della Ford incrociano le braccia per venti giorni, mettendo seriamente a rischio la fabbrica, che sarà costretta a chiudere per alcuni giorni. Diritti non privilegi. Se le donne sono ferme nel portare avanti le loro rivendicazioni, gli uomini accettano di sostenerle con molto meno entusiasmo, a partire dai leader sindacali (unica eccezione il sindacalista locale interpretato da Bob Hoskins) che appaiono decisamente poco interessati alla questione femminile. Anche i mariti delle scioperanti, dapprima sorpresi e divertiti dalla loro decisione, quando si tratta di essere al loro fianco si tirano indietro, fino a osteggiarle. Lo farà anche il compagno di Rita, esasperato dall'assenza della moglie e dalle bollette da pagare. "Non è una questione di privilegi ma di diritti", controbatterà Rita fino a portare anche lui dalla sua parte. Non manca, invece, la solidarietà femminile per una battaglia da tutte ritenuta giusta. Nella schiera delle sostenitrici dello sciopero anche la moglie di un dirigente della Ford e il ministro Barbara Castle, detta "la rossa", che non cederà alle minacce dell'azienda di delocalizzare la produzione e farà inizialmente alzare la paga delle donne al 92% dello stipendio maschile, fino a equipararli due anni dopo con l'Equal pay act.L'attualità del gender gap. Come nei suoi precedenti film, "L'erba di Grace" e "Calendar Girls", Cole si concentra su donne decisamente fuori dal comune. Sullo sfondo l'Inghilterra degli anni '60, delle feste, dei vestiti colorati e dei primi hot pants. Ma è anche il periodo delle prime rivendicazioni, che porteranno i più grandi cambiamenti sociali. Nonostante la storia risalga a 42 anni fa, sorprende l'attualità di alcuni problemi non ancora del tutto superati. In particolare la disparità di trattamento salariale tra uomo e donna, che resta ancora irrisolto nell'Unione europea, dove il gap arriva anche al 17% come denunciato più spesso dalle Commissioni interne all'Ue e da alcune organizzazioni internazionali come l'Ilo.

Partner della formazione

ConfiniOnline fa rete! Attraverso la collaborazione con numerosi enti profit e non profit siamo in grado di rivolgere servizi di qualità a costi sostenibili, garantendo ampia visibilità a chi supporta le nostre attività. Vuoi entrare anche tu a far parte del gruppo?

Richiedi informazioni