SARCEDO (VI) - Una nuova vita grazie alla solidarietà applicata alla tecnologia: è la storia di Sergio Riviera di Mantova, sessantenne, tetraplegico dall'età di venticinque a causa di un tuffo sbagliato nel Po, e di Lorenzo Tombola padovano cinquantenne anch'egli tetraplegico da 25 anni per un incidente motociclistico. Il primo ex arredatore ora stimato pittore, il secondo imprenditore, entrambi sono rinati dall'incontro con la tecnologia di "Technoton", il laboratorio di Telethon di Sarcedo, nel vicentino, che progetta e realizza prototipi di ausili, creandone di nuovi e migliorando gli esistenti.

"Il passo fondamentale per conquistare la nostra autonomia è stato riuscire a guidare la macchina - raccontano oggi i due -. Questo risultato è stato costellato da una miriade di sconfitte e difficoltà logistiche". Il problema, infatti, era principalmente quello del trasferimento dalla carrozzina all'auto e poi il caricamento della sedia a rotelle, gesti sempre vincolati all'aiuto di una seconda persona. Dopo anni di ricerche, i due hanno scoperto il progetto di Tecnothon denominato "Piattaforma®", che permette di salire e scendere dall'auto autonomamente. Poi è arrivata la carrozzina "Rampega®", che si àncora automaticamente al posto di guida. "Rampega è utilissima - spiegano gli ideatori del laboratorio vicentino - perché in spazi ridotti possiede sei movimenti utili a un tetraplegico e a tutte le persone con un handicap molto grave. Il sollevatore, poi, con ingombri minimi riesce a portare la persona disabile sul piano stradale in un ristretto spazio". Per Lorenzo e Sergio da allora tutto è cambiato: "La prima volta che da solo ho fatto acquisti tornando a casa ho pianto di gioia - confida Lorenzo -. Compiere un'azione che da 25 anni mi era impossibile è stata una vittoria, ho compreso che le disabilità e i limiti si possono affrontare e superare".

Nelle loro parole, la voglia di farcela e la soddisfazione per la ritrovata autonomia, ma soprattutto un messaggio alle altre persone: "Raccontando la nostra esperienza vogliamo incoraggiare i giovani, cui un incidente abbia limitato o tolto la mobilità, a guardare oltre il loro handicap e ad abbracciare con fiducia e gratitudine queste meraviglie della scienza che ridonano, come una nuova nascita, all'uomo la dignità dell'autonomia» affermano i due, che consigliano di "non lasciarsi bloccare dalla paura". (gig)

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