Entra in vigore oggi, giovedì 9 dicembre, il decreto del ministero dell'Interno che subordina il rilascio del permesso di soggiorno Ce per soggiornanti di lungo periodo (la ex carta di soggiorno) al superamento di un
test di conoscenza della lingua italiana. I cittadini stranieri possono effettuare la
prenotazione online della prova d'esame attraverso il sito web
http://testitaliano.interno.itGli uffici del
Patronato Acli diffusi in tutti il territorio italiano sono organizzati per garantire ai cittadini immigrati le opportune informazioni e l'assistenza eventualmente necessaria per inoltrare le domande di prenotazione per lo svolgimento dei test.
Gli esami è previsto che inizino a febbraio, entro 60 giorni dalle prime richieste. «E' probabile - afferma il responsabile del servizio immigrazione del Patronato Acli
Pino Gulia - che il nuovo sistema avrà bisogno di un periodo di rodaggio, malgrado l'impegno profuso dai funzionari delle amministrazioni coinvolte: il ministero dell'Interno e quello dell'Istruzione, le questure e le prefetture, i centri provinciali per l'istruzione degli adulti. Di fatto
questo test aggrava il lavoro già oneroso dell'amministrazione pubblica e rischia di prolungare ulteriormente le procedure per il rilascio della ordinaria documentazione necessaria ai cittadini stranieri, creando problemi in particolare a quanti hanno oggi in scadenza il permesso di soggiorno e sono in possesso dei requisiti per richiedere il permesso Ce per lungo-soggiornanti».
«L'anomalia di questa procedura - aggiunge
Antonio Russo, responsabile immigrazione per le Acli - è quella di istituire una "prova" della conoscenza elementare della lingua senza aver prima mai previsto e progettato un piano articolato per l'insegnamento della lingua italiana. Chiediamo cioè agli immigrati di fare i test senza avergli mai fatto fare i corsi, se non quelli affidati all'iniziativa dei soggetti di volontariato. E' evidente che i test non garantiscono di per sé l'effettiva integrazione degli immigrati né certo soddisfano l'esigenza di sicurezza della popolazione italiana. Il rischio è che si configurino come
l'ennesima complicazione sul percorso di regolarizzazione e integrazione dei cittadini stranieri».