E' la poetessa kenyana Philo Ikonya a raccogliere forse i maggiori consensi dai novemila del Palamandela e i ragazzi la salutano con una ola gigantesca. Racconta di quando andò davanti al Parlamento di Nairobi per protestare per i 10 milioni di kenyoti che muoiono di fame in periferie che sono peggio delle favelas sudamericane, per dire che la colpa è dei soldi rubati dai politici corrotti, per chiedere perché i parlamentati del Kenya sono tra i più pagati al mondo.
Le stesse cose che ha provato a scrivere nelle sue opere. E per tutta risposta fu picchiata da un poliziotto. «Abbiamo bisogno dell'energia dei ragazzi per riscrivere in rosso la dichiarazione universale dei diritti umani - dice - Troppi sono i diritti umani ancora violati: in Asia, in Africa, ma anche in Europa con i Rom ad esempio. E non si possono mettere in carcere le persone solo perché parlano». A nche suo padre fu perseguitato dal precedente regime coloniale.
Ora vive ad Oslo. Come Mansur Rajih, che dopo 15 anni di carcere in Yemen, per le sue idee, è stato accolto dalla regione di Stavanger in Norvegia, libero grazie ad una grande campagna internazionale. Quando è arrivato pesava appena 36 chili. «Siamo tutti uguali», dice. «L'unica differenza tra gli esseri umani è nel messaggio che portiamo». Sono le due storie di scrittori perseguitati nel mondo, accolti dalla rete Icorn di cui anche la Toscana fa parte, raccontate oggi al Mandela Forum: prima con la voce delle opere lette da due attori del Teatro di Rifredi e poi con la loro.
La Toscana è stata infatti la prima Regione italiana, nel 1999, a proporsi come terra di rifugio per scrittori ed intellettuali vittime di persecuzioni nel mondo. Negli ultimi cinque anni sono stati tre gli artisti e intellettuali ospitati: a Grosseto e a Chiusi. Dal 2000 al 2005 avevano tr ovato rifugio in altri sette: a Grosseto ancora, a Certaldo e a Pontedera. Prossimi ad entrare potrebbero essere Firenze e Siena. Prima dei due scrittori avevano parlato il direttore delle rete Icorn Helge Lunde e Rolf Noras, assessore alla cultura della città di Stavanger, dove ha sede appunto la rete delle città rifugio: 35 in tutto il mondo, per lo più in America e in Europa, e due regioni (la Toscana appunto e il sud della Svezia).
«La città di Stavanger in Norvegia - racconta Rolf Noras, assessore alla cultura - non ha dato tregua alle autorità dello Yemen che non volevano fare venire via Mansur. Ma poi ce l'abbiamo fatta». E ai ragazzi del Palamandela dice: «Non bisogna rinunciare ai propri sogni. E solo se crediamo nei miracoli questi avvengono». Per Helge Lunge le città possono fare spesso molto di più degli Stati per lavorare concretamente per la libertà di espressione e per la solidarietà a chi è perseguitato per ciò che scrive. «Per questo - dice - parlate alle persone di cultura, chiedete ai vostri sindaci di aderire alla rete». In Toscana sono due le città che oggi aderiscono: Chiusi e Grosseto.
«Gli scrittori ospiti possono contribuire a far capire ai giovani cos'è la violazione della libertà di espressione - racconta Leonora Gherardi, assessore alla cultura di Chiusi - E' quello che abbiamo fatto con i ragazzi delle scuole grazie allo scrittore iraniano Hasn Yousefi Eskvarji, nostro ospite fino a settembre». Perché gli scrittori, come afferma Maria Pace Ottieri, si accorgono prima degli altri di quello che succede, e con le parole, senza alzare la voce, cercano di avvertirli. Maria Pace, giornalista, è la figlia di Ottiero Ottieri e a Chiusi, nella casa di famiglia, sono ospitati gli intellettuali perseguitati. Gli studenti nel Risorgimento Ci sono persone che hanno contribuito a cambiare e a fare la storia e che hanno lottato per le loro idee, ma il cui nome è spesso rimasto sconosciuto.
A ricordare nel corso del meeting l'entusiasmo e quanto fatto dai giovani è il generale Maurizio Fioravanti, già comandante della missione di pace in Libano. Ricorda Marek Edelman, che guidò l'insurrezione nel ghetto di Varsavia nel 1943. Ricorda altri giovani che in quelli stessi anni, a Sarajevo ed altrove, si distinsero come «campioni del valore delle idee». Ricorda una pagina tutta italiana come il Risorgimento, con i 389 studenti universitari di Pisa, oltre la metà degli studenti iscritti, che insieme ad altri partirono per unirsi ai piemontesi e combattere contro gli austriaci, a Curtatone e Montanara, per il tricolore che stava nascendo.
Idee libere sul web Oggi la libertà delle idee e la libertà di espressione si può difendere anche grazie al web e alle nuove tecnologie, sempre più accessibili a tutti: giornalisti in rete e scrittori in rete. Così almeno la pensa Bernardo Parrella, tra le 'penne' di "Voci globali". «Usate il web in tutti i modi - dice ai ragazzi il giornalisti - e fate pressione nei vostri blog, anche questo può cambiare il mondo. Unite le vostre voci a quelle di "Global Voices", i 500 blogger di tutto il mondo che fanno informazione in rete». «Internet è un vero fatto di democrazia - aggiunge Vanni Santoni, il giovane trentaduenne scrittore toscano di Montevarchi (Ar) - In un momento in cui la libertà di espressione è messa in discussione in tanti paesi, dobbiamo prendercela, difenderla e rivendicarla ogni giorno».

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