Secondo l'ufficio statistico dell'Unione europea, nel 2009 registrato nel nostro Paese il 48,9% di inoccupate tra i 15 e i 64 anni, a fronte del 35,7% della media Ue. Tassi di inattività più alti nelle aree dove è più difficile trovare occasioni professionali durante gli anni di studio

BRUXELLES - Quasi una donna su due in Italia é fuori dal mercato del lavoro. Una percentuale decisamente superiore alla media dell'Unione Europea. A sostenerlo è uno studio Eurostat: se si considerano, infatti, le inoccupate tra i 15 e i 64 anni, la percentuale delle interessate, lo scorso anno, per il nostro Paese era pari al 48,9%, s fronte del 35,7% della media Ue.
Se, da una parte, l'innalzamento dell'età pensionabile di chi già lavora e, dall'altra, il maggior numero di anni dedicati a scuola e università delle più giovani sono alcune dei fattori principali che giustificano il fenomeno, Eurostat nota però che ci sono anche differenze significative tra i paesi dovute all'atteggiamento più o meno attivo di chi cerca un lavoro durante gli studi.
L'approccio delle donne al lavoro in Italia migliora leggermente nella fascia tra i 25 e i 54 anni, quando comunque restano fuori dal mondo del lavoro 35,5% italiane, a fronte di una media generale del 22,1%.

Le motivazioni che fanno la differenza
Guardando in particolare alle differenze tra paesi Ue, tra i 25 e i 54 anni, il tasso di inattività più alto é stato registrato a Malta (51.1%), seguita dall'Italia, dalla Romania (29.4%) e dalla Grecia (29.0%), mentre i più bassi in Slovenia (12.1%), Svezia (12.9%) e Danimarca (13.0%).
Questi dati si riflettono anche sulle motivazioni. Infatti, la percentuale delle donne che hanno addotto "motivi di famiglia" é più marcata a Malta (40,4%), seguita dalla Grecia (16,2%) e dal Lussemburgo (15,6%), mentre é minore in Danimarca (1,4%), Svezia (1,8%) e Slovenia (3,6%). Le giovani donne tra i 15 e i 24 anni sono in gran parte inoccupate in Ungheria (78,5%) e in Italia (76,1%), mentre le Olandesi (28,1%) e le Danesi (29,3%), secondo la ricerca Eurostat, sono le più integrate, grazie anche alla maggiore facilità di trovare lavori per studenti. Infine, per le donne tra i 55 e i 64 anni il tasso di inattività più elevato é stato registrato a Malta (87,9%) e in Polonia (76,8%), mentre il più basso in Svezia (30,1%) e in Estonia (33,9%).

Le differenze con il lavoro maschile
Significative le differenze rispetto agli uomini. Tra i maschi di età compresa tra i 15 e i 64 anni, il tasso di inattività nel 2009 é stato pari al 22,2%, solo leggermente in diminuzione rispetto a quello del 2000, pari al 22,8%. Se per le donne la percentuale per lo scorso anno é decisamente più alta (35,7%), questa é però significativamente minore rispetto al 2000, quando era al 39,9%. Ciò significa che in nove anni, oltre cinque milioni di donne in più sono entrate sul mercato del lavoro. Non solo. Nonostante la crisi economica, tra il 2008 e il 2009 il numero di donne sul mercato del lavoro è continuato ad aumentare, facendo abbassare il tasso di inattività dal 36,1% al 35,7%.
Il contrario, invece, si é verificato per gli uomini - i più colpiti dalla crisi - la cui percentuale di inattivi é aumentata per la prima volta dal 2002, passando dal 22% al 22,2% del 2009. In particolare, sono stati i ragazzi tra i 15 e i 24 anni ad averne soprattutto fatto le spese, passando da un tasso di inattività del 52,1% nel 2008 al 53% nel 2009.

Il dato confortante
La buona notizia che Eurostat dà alle donne europee é che il loro mercato del lavoro é in costante crescita, nonostante la crisi. Tra i 15 ed i 64 anni il dato generale per i 27 paesi é stato in costante riduzione: il tasso di non occupazione era il 39,9% nel 2000, il 37,6% nel 2005, il 36,1% nel 2008 e il 35,7% nel 2009. E anche le italiane non sono state da meno: nel 2000 ad essere totalmente fuori del lavoro erano il 53,7%, nel 2009 il 48,9%. (rc/roma)

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