Ginevra - L'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) esprime forte preoccupazione per il gruppo di 250 persone, inclusi circa 80 eritrei, che da oltre un mese sono tenute in ostaggio dai trafficanti nel deserto del Sinai, in Egitto.
Secondo le informazioni trasmesse all'UNHCR dall'agenzia Habeshia, i trafficanti chiedono 8mila dollari di riscatto per il rilascio di ciascuno degli ostaggi i quali sono sottoposti ad abusi e privazioni. Alcuni di loro si trovano in queste condizioni da mesi.
L'UNHCR ha subito preso contatto con il governo egiziano. In particolare, dal Ministero dell'Interno egiziano sono state date rassicurazioni sugli sforzi messi in atto per localizzare gli ostaggi e organizzare il loro rilascio.
Ogni anno migliaia di persone cercano di attraversare il confine egiziano per recarsi in Israele e spesso si affidano a trafficanti beduini che non tengono in alcun conto la loro sicurezza. Molte di queste persone sono migranti, mentre altri provengono da paesi di origine di rifugiati proprio come l'Eritrea. Secondo le linee guida dell'UNHCR, la maggior parte degli eritrei in fuga dal loro paese dovrebbero essere considerati rifugiati.
L'UNHCR continua a sollecitare le autorità egiziane affinché sia consentito ai suoi funzionari l'accesso a coloro che vengono arrestati durante il viaggio allo scopo di determinare quali tra questi siano da considerare rifugiati e bisognosi di protezione internazionale.