"Buonanotte nucleare!". È questo l'augurio ironico di Legambiente al nuovo presidente dell'Agenzia per la sicurezza nucleare Umberto Veronesi, che recentemente ha dichiarato come i rifiuti radioattivi non siano un problema a tal punto da immaginare di portarli nella propria camera da letto. La risposta di Legambiente non si è fatta attendere. Ieri mattina l'associazione ambientalista, con un blitz davanti alla sede del Ministero dello Sviluppo economico, ha attrezzato simbolicamente una camera da letto matrimoniale, con tanto di abatjour sopra a due comodini realizzati con fusti radioattivi, dove riposavano due attivisti di Legambiente in pigiama, sotto uno striscione dallo slogan eloquente "Sogni d'oro".
"Lo smaltimento definitivo delle scorie radioattive più longeve - dichiara Stefano Ciafani, responsabile scientifico di Legambiente - è un problema irrisolto in tutto il mondo, a partire da Francia e Stati Uniti. Dopo oltre 50 anni dall'avvio dei primi programmi nucleari civili non è attivo un solo deposito al mondo che ospiti definitivamente i rifiuti ad alta attività, che continuano invece ad essere stoccati in depositi temporanei".
Legambiente ricorda, poi, che l'impatto ambientale di depositi definitivi è tutt'altro che nullo come sostenuto dalla propaganda nuclearista. Ad Asse, in Bassa Sassonia, ad esempio, si sta valutando l'ipotesi costosissima, ma forse inevitabile, di svuotare il sito di smaltimento geologico dei rifiuti a media e bassa attività creato nell'ex miniera, perché all'interno sono state rilevate grandi infiltrazioni di acqua.
L'atomo è una tecnologia sul viale del tramonto: i costi esorbitanti e la liberalizzazione del mercato elettrico costituiscono il più grande ostacolo alla diffusione del nucleare nel mondo. Anche secondo le stime più ottimistiche dell'Agenzia internazionale dell'energia atomica il nucleare garantirà la copertura della domanda elettrica per il 13,5%-14,6% al 2020 e tra il 12,6% e il 15,9% al 2030, valori comunque più bassi dei livelli degli ultimi anni.