ESITO CONFERENZA STAMPA 25 NOVEMBRE«Ci avete messo in mutande» Ben 200 presidenti e direttori del non profit, a Roma per la mobilitazione del Forum e di Vita per dire "ecco cosa non riusciremo più a fare" Riuniti in un affollatissima conferenza stampa nei pressi di Palazzo Chigi (in una Roma blindata per l'ondata di proteste) decine di dirigenti delle organizzazioni non profit di questo Paese, hanno risposto all'appello del settimanale Vita e del Forum del Terzo settore come testimonial della campagna (pubblicata anche sui principali quotidiani) che vede la foto di un paio di mutande e lo slogan "Governo è così che vuoi lasciare il non profit?". La protesta è contro la Legge di Stabilità che riduce la copertura del 5 per mille, unica norma di sussidiarietà del sistema fiscale italiano, da 400 milioni a 100 milioni. La lista delle cose che non si potranno più fare è stata impressionante, dai progetti di cooperazione internazionale alla conservazione delle Oasi, dall'informazione sulla donazione di organi all'assistenza domiciliare, dalla ricerca scientifica a favore delle malattie rare, al volontariato sui territori. Hanno preso parola, tra gli altri, il presidente del WWF Fulco Pratesi e di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza , Il vicepresidente di Unicef e il direttore di Amnesty, la presidente di una piccola associazione sulle malattie rare e il presidente di CSV.net, il coordinamento nazionale dei Centri di servizio al Volontariato.Il portavoce del Forum del Terzo Settore, Andrea Olivero, ha detto: "con questa scelta di decurtare di tre quarti la copertura del 5 per mille, non solo il Governo vanifica la norma ma davvero mette in mutande il Terzo settore che nel 2010 già ha visto i tagli al Sevizio civile, quelli alla cooperazione internazionale e l'aumento del 400% dei costi postali della stampa periodica. Tremonti e il Governo dimostrano così di non voler procedere nella direzione della big society al contrario, producono desertificazione sociale e depauperamento dell'enorme patrimonio di impegno civile volontario di questo Paese."Riccardo Bonacina, direttore editoriale di Vita, ha ricordato che bisogna "svergognare Tremonti poiché dopo aver scritto la Legge di stabilità e imputato le cifre a copertura ora dà la colpa al Parlamento, ma non è così. Tremonti stesso, del resto tiene bloccata la legge che in Senato è in sede legislativa e conta un amplissimo appoggio parlamentare perché non vuole darle copertura finanziaria".Il mondo del non profit chiede al Governo di non smentire se stesso e quindi di presentare già nelle prossime ore un emendamento che ripristini la copertura della norma che oltre 15 milioni di italiani hanno usato in questi anni e si impegna, quale che sia il quadro politico a venire, a chiedere con forza che il 5 per mille diventi finalmente legge come è già da anni successo in 12 Paesi europei. "Tremonti la smetta di rivendicare una misura di cui l'Italia non si è ancora dotata dopo che in quasi tutta europa il 6 per mille o misure addirittura più favorevoli, sino all'1% della Slovenia, sono già realtà", ha ricordato Bonacina.I senatori del Pd Paolo Giaretta, Marilena Adamo, Francesco Ferrante e Roberto Della Seta, Luigi Bobba hanno portato il loro saluto alle organizzazioni, affermando: "Il calendario dei lavori permette agevolmente una terza lettura alla Camera, prima del previsto voto di fiducia. Promettere il rinvio della soluzione a un successivo provvedimento - continuano i senatori del Pd - è semplicemente risibile perché viene prospettato da un governo di fatto già in crisi e che sa bene che gli inasprimenti di finanza pubblica, che saranno introdotti dal prossimo Consiglio europeo, renderanno ancora più difficile il reperimento di fondi. Questo è il momento, e il governo non può sfuggire alla larghissima volontà del Parlamento di trovare soluzioni concrete per rifinanziare in modo adeguato il 5 X 1000. Tremonti invece di mandare lettere, presenti un emendamento e passerà all'unanimità se anche lui, davvero lo vota".